Santa Maria Capua Vetere
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SAN TAMMARO - (Nando Cimino)  Dalla scorsa settimana, Carlo e Camilla di Borbone, si trovano in Campania per una serie di impegni privati e istituzionali. Accompagnati dalle due figlie, Maria Carolina e Maria Chiara, la famiglia reale ha fatto tappa a Caserta, Capri, Salerno e Napoli. Senza alcun clamore ma quasi da normali turisti, i Borbone, hanno percorso i luoghi della memoria familiare. Il piacere degli immensi saloni della Reggia di Caserta è stato però offuscato dal pensiero dei tanti luoghi che, originati dalla illuminata visione che i regnanti ebbero di questa parte di Terra di Lavoro, oggi versano nel più totale abbandono. E’ il caso della Real Tenuta di Carditello alla quale, la più scellerata politica ha imposto, come sempiterna vicina di casa, una delle più grandi discariche dell’intera Europa. Ma nonostante i ladrocini e le più spietate razzie, nonostante l’abbandono e il degrado che la circonda, nonostante la discarica di Maruzzella, la piccola perla barocca che gli avi del principe Carlo incastonarono con idilliaca visione, in una delle più lussureggianti e produttive campagne del regno, resiste con forza agli attacchi della più bieca ignoranza. Si avrebbe persino la sensazione che stia lì, leggiadra e immobile, in attesa della parola ‘fine’ vergata a margine di una delle più squallide pagine che questo meridione abbia, inopportunamente, persino cercato di tacere. Abbiamo più volte sottolineato come, grazie alla puntuale informazione locale, la storiaccia che offende la memoria di un intero popolo, abbia superato i confini locali, regionali e nazionali. La conferma di ciò, è nelle parole dello stesso Carlo di Borbone, che non poteva non esternare la sua amarezza: “Con mia moglie abbiamo visto in televisione, da Parigi, che il sito di Carditello versa in una situazione di degrado e che ora è in vendita, all'asta.” Informato dell’impegno profuso da molti, a tutela della fattoria borbonica, l’erede di coloro che ne fecero un saldo punto di riferimento per l’agronomia e la zootecnia dell’intero regno, ha auspicato: “Speriamo che lo Stato eserciti il diritto di prelazione e si decida a porre un freno a questa incuria. Mi rendo conto che tanto patrimonio artistico d'Italia è in una situazione difficile. Ma basterebbe un progetto ben fatto per rilanciare non solo i siti borbonici, ma tutto un impianto di grande valore culturale e dunque anche turistico.” Ma il depositario della memoria di Ferdinando I di Napoli, il ‘Re Lazzarone’, non si limita ad una sentita nota di rammarico. Scevra da tentazioni televisive o canore, la famiglia dei Borbone, la cui eleganza e discrezione è nota, non è mai stata coinvolta, dallo Stato italiano, in nessun tipo di progetto, che potesse riguardare la tutela e la valorizzazione dell’immenso patrimonio ‘familiare’, sparso per ogni terra del Sud. “Io, di ogni sito farei un museo. Basta avere una visione ma per noi è difficile, da lontano, fare cose concrete. Ma attraverso il ministero della Cultura, il Governo, attraverso anche una serie di nostre conoscenze internazionali potremo fare davvero molto, immaginando un percorso dei primati del Sud. Però il progetto non basta – sentenzia il principe - ci vuole una precisa volontà politica”. Ed è appunto della ‘volontà politica’, a poco meno di un mese dalla prossima asta, che non v’è alcuna traccia. San Tammaro 26.6.2012 Nando Cimino