Santa Maria Capua Vetere
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SAN TAMMARO – (Nando Cimino) La nascita del Polo Tecnologico, il cui accordo è stato siglato nei giorni scorsi dai due sindaci coinvolti, alla presenza del presidente della Provincia, Domenico Zinzi e del suo delegato alle politiche ambientali, Maria Laura Mastellone, interesserà, per ora, il Comune di San Tammaro e, in seguito, quello di S.Maria la Fossa. Questa novità, sembra portare una ventata di fiducia e speranza nel cambiamento in aree in cui, negli ultimi anni in particolare, a causa della presenza di discariche e siti di stoccaggio, sembrava ormai svanita la possibilità di interrompere quel flusso di rifiuti che ha inondato quei territori, senza sosta. Ci sono immagini ancora vive, nella memoria collettiva di quelle comunità, che hanno generato una grande insofferenza verso tutti i livelli politici e istituzionali. Dalle proteste dei fossatari per lo scempio di Ferrandelle, ai sit-in permanenti del sindaco Emiddio Cimmino, contro i continui sversamenti siglati dal governatore Stefano Caldoro, non più tardi della scorsa estate. Lo stesso presidente della Provincia di Caserta, ha impugnato quelle ordinanze davanti al Tar del Lazio, ottenendo, purtroppo, scarsi risultati. Ma per entrare nel vivo dell’ipotesi di cambiamento, è lo stesso sindaco di San Tammaro, Emiddio Cimmino, a rispondere. “Credo, che sia un risultato importantissimo per le nostre Comunità – sottolinea il primo cittadino - Dopo anni di conferimenti indifferenziati, di sversatoi della monnezza galattici, finalmente, si comincia a pensare ad un futuro meno amaro e a creare le condizioni per uno sviluppo sostenibile, che possa offrire condizioni ambientali più umane e maggiormente garantite.” In cosa consiste, nel pratico, il polo tecnologico? “È, in poche parole, un polo di produzione. Da tempo immaginavo un centro per la lavorazione dei rifiuti differenziati, pensiamo a selezionare, come prevede, appunto, il protocollo d’intesa, i rifiuti e a riciclarli, a creare energia pulita, centri per lo studio dell’ambiente insieme al mondo scientifico, insomma, fine delle discariche e inizio di un nuovo ciclo per salvaguardare il nostro habitat naturale, già molto manomesso dall’incuria umana. Senza dimenticare la nostra vocazione agricola, infatti, si prevedono coltivazioni nofood.” C’è un futuro, dal punto di vista occupazionale? “Sicuramente, è uno dei primi obiettivi e se tutto procede come previsto e come ci siamo detti, non dimenticando i tempi della pubblica amministrazione, ci saranno condizioni migliori per tutta la provincia e non solo per San Tammaro.” Riqualificazione Ambientale? “Tutto ciò che è previsto nel protocollo segue una stella: la riqualificazione ambientale. Mi sembra del tutto inutile riparlare di quanto sia accaduto negli ultimi venti anni, ma è necessario, anzi, ineludibile, che tutto debba passare per la restituzione del territorio alla sua vocazione originale.” 30mln di euro in territori difficili; un’opportunità o un pericolo? “Non dobbiamo aver paura. Dobbiamo credere in un futuro migliore, impastato nei requisiti minimi di legalità e trasparenza. Io sono certo che questo territorio, oggi, esprima delle ottime individualità, la politica casertana non è seconda a nessuno. Naturalmente – conclude sottolineando, Emiddio Cimmino - confidiamo nella lente di ingrandimento della Prefettura e della Stazione Unica Appaltante, poiché il mio Comune non è assolutamente interessato a gestire gli appalti.” Un risultato degno di nota dunque, che ricade su tutta la provincia di Caserta. E’ inutile negarlo, questa è una grande opportunità per San Tammaro e per Santa Maria la Fossa che, dall’affair ‘monnezza’, nonostante il contentino delle quote ristoro, hanno subìto solo danni in termini ambientali, economici e sociali.