Santa Maria Capua Vetere
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San Tammaro  (Nando Cimino) - Per dare immediatamente la dimensione della gravità di quanto accaduto a Carditello la notte scorsa, occorrerebbe trovare le parole giuste per descrivere non un fatto o un’immagine, ma una sensazione; quella della rabbia mista ad amarezza. Nella notte tra venerdì e sabato una banda di balordi, dopo averne agevolmente scavalcato il muro perimetrale, si è introdotta all’interno del sito reale con un preciso intento; quello di appiccare il fuoco alla roulotte dell’ausiliario della custodia giudiziale, Tommaso Cestrone. Un vile quanto spregevole gesto che tuona come il più classico dei fulmini a ciel sereno. A 15 giorni dall’ultima asta andata deserta, quella del 31 gennaio scorso, nessuno si sarebbe aspettato un’azione dallo sgradevole sapore della spedizione punitiva. Una nota più che stonata che si inserisce in un clima che torna ad unire Terra di Lavoro alla sua storia attraverso la leggiadra tenuta dei Borbone, simbolo di una grandezza della quale ancora giunge l’eco. Erano circa le sette di ieri mattina quando il delegato del Tribunale, intento nel suo quotidiano giro di controllo, ha rinvenuto lo scheletro annerito della roulotte che fungeva da punto di appoggio e riparo durante le serate trascorse a guardia del sito barocco. Inutile sottolineare l’amarezza di Tommaso Cestrone, immobile davanti alla carcassa ancora fumante di quella che lui stesso definiva ‘roulotte ecologica’, grazie ai pannelli solari istallati per la gestione dell’impianto di illuminazione. Conosciuto da tutti e identificato come ‘L’Angelo di Carditello’, rappresenta il vero baluardo a difesa della reggia di campagna. La famiglia del pastore col pallino per l’ecologia, è originaria di San Prisco, ma vive e alleva ovini nella zona di Carditello da oltre 200 anni. A lui va l’indiscusso merito di lavorare con dedizione e senza pretendere mai nulla in cambio, alla tutela diretta della fattoria borbonica. Ma se di spedizione punitiva si tratta, verso chi è indirizzata? E perchè? Nelle intenzioni di questi squallidi criminali da strapazzo, si voleva colpire l’ausiliario della custodia giudiziale o il mondo delle associazioni culturali, la società civile, la politica e tutti coloro che, partendo dal monumento di campagna fanno sentire una voce nuova, in questo rinnovato impegno a salvaguardia del palazzetto vanvitelliano? Saranno gli uomini della Benemerita della città del foro, dove è stata sporta regolare denuncia, a fare luce sull’accaduto. Resta comunque il fatto che questi portatori insani di percolato sociale, sono la testimonianza di una filosofia incivile e camorristica che si muove a discapito di una società, quella casertana, che avverte forte l’esigenza di affrancarsi da un mondo che non le appartiene. Numerosi i messaggi di solidarietà giunti a Tommaso Cestrone, nell’arco della giornata. Lo stesso presidente della Provincia, Domenico Zinzi, non ha fatto mancare la sua personale solidarietà al volontario, condannando fermamente, il sinistro episodio: “Un gesto grave – ha sottolineato Zinzi - dal quale non bisogna farsi intimidire e cui occorre reagire con forza e determinazione proseguendo la battaglia per la salvaguardia il sito reale.” Anche il sindaco di San Tammaro, Emiddio Cimmino, esprime vicinanza al volontario della protezione civile: “Colpire Carditello o colpire Tommaso Cestrone, significa colpire ciascuno di noi. Allora ‘incendiateci tutti’ perchè non faremo un solo passo indietro anzi, questo episodio, ci serve da sprone ulteriore in questa aspra e interminabile battaglia.” Intanto, nel corso della mattinata, le associazioni che si battono per la reggia si stringeranno intorno al volontario, Tommaso Cestrone, con un sit-in di solidarietà, ai cancelli del Real Sito