Basso Volturno
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Santa Maria La Fossa (Antonio Gaudiano) – Sembrerebbe un piccolo particolare del tutto trascurabile, una variante sul tema: giusto al fine di apportare delle modifiche per caratterizzare – distinguendola -  l’edizione dell’anno in corso rispetto a quella dell’anno precedente. Ma quel ‘corridoio’ attraverso il quale si accede  - ci si avvicina - alla grotta della ‘Natività’, vuole proprio rappresentare il percorso che l’uomo deve fare per arrivare al Dio che si è fatto ‘carne’; che ha assunto la natura umana per il riscatto dell’umanità.

E così mentre ti avvicini alla grotta, il presepe prende vita intorno a te. Hai come la sensazione che i pastori si animino. Comincino a muoversi, ad attendere alle loro faccende umane, quasi ignari di quell’evento che si sta compiendo sotto ai loro occhi. Nei pressi della loro esistenza, fatta dei piccoli e poveri gesti del vivere umano. Ed avverti la certezza come se tu stesso entrassi a far parte della loro vita.

Anche la grotta posta nel centro della scena, con i paesaggi che la sormontano, ha il significato cristocentrico del Dio in mezzo a noi.

Queste le due linee guida, le due idee forti, che sottendono alla rappresentazione della nascita di Cristo, nell’intenzione dei realizzatori del presepe: Pasquale Micco, Antonio Papa, Antonio Bovenzi, Antonio Martucci, Girolamo Di Sciorio, Francesco Di Sciorio, Giovanni Giordano e Vincenzo Mirra.

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