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PERDASDEFOGU - (di Nando Cimino) La scorsa domenica, 25 settembre, sì è conclusa con ineguagliabile successo il premio letterario 2016, Giuseppe Dessì. Organizzato dalla fondazione che prende il nome dallo stesso autore campidanese e dal Comune di Villacidro, l’evento culturale, giunto alla sua 31^ edizione, è stato patrocinato dal Consiglio Regionale, dall’Assessorato Regionale alla Pubblica Istruzione e dalla Fondazione Banco di Sardegna. Dedicato alle opere edite in lingua italiana, il Premio Letterario GiuseppeDessì, si è articolatoin tre sezioni: narrativa, poesia e Premio Speciale della Giuria. Centinaia le opere in concorso che hanno messo a dura prova, data l’elevata caratura degli scritti editi, l’attenta e scrupolosa giuria. In finale,per il genere narrativo,Cristian Mannu con la sua opera prima, “Maria di Isili” di Giunti editore,Emanuela Ersilia Abbadessa con, “Fiammetta”, edito da Rizzoli,e il vincitore, Edgardo Franzosini, con “Questa vita tuttavia mi pesa molto” edito da Adelphi. Per la sezione poesia, invece, Vivian Lamarque con, “Madre d’inverno”, pubblicato dal Mondadori, Franco Marcoaldi con, “Il mondo sia lodato” di Einaudi e il vincitore, Milo De Angelis con, “Incontri e agguati”, edito da Mondadori.Il premio speciale della giuria, guidata da Anna Dolfi, allieva e studiosa dell’opera di Dessì, è stato assegnato all'architetto e storico dell’arte, Salvatore Settis. La 31^ edizione del premio Dessì ha visto per la prima volta l’assegnazione del premio speciale della“Fondazione di Sardegna”. Il particolare riconoscimento è andato agli artisti del Coro di Neoneli e al giornalista di Perdasdefogu Giacomo Mameli. Nelle motivazioni ricercate dalla giuria (che qui pubblichiamo integralmente) e manifestate al folto pubblico serrato nella palestra di via Stazionedal caporedattore de, Il Sole 24 Ore, Stefano Salis, le profonde ragioni del conferimento a Giacomo Mameli:

“Giacomo Mameli è uno dei più importanti, affermati e riconosciuti giornalisti sardi. La sua esperienza si è formata in molteplici media, la carta stampata, le riviste, la tv, dove è stato pioniere, la radio e, da ultimo il web, e ha attraversato la storia degli ultimi decenni della Sardegna vivendola con partecipazione, interesse, occhio acuto e penna felice. Come dice il motto latino <<amicus Plato, sed magis amica veritas>>: è stata la ricerca della verità, senza infingimenti e abbellimenti di comodo che ha dato la linea della sua produzione giornalistica.Attento alle vicende economiche, troppo spesso trascurate dai colleghi e dagli intellettuali isolani, fascinati invece più dal colore e dall’emozione, spesso artefatta, disincantato esaminatore di fatti e numeri, Mameli ha, però, trovato un’ulteriore vena negli ultimi anni, non rinunciando all’esperienza del libro e della narrazione.I suoi libri, tra cui La squadra, Donne sarde, La Sardegna di dentro. La Sardegna di fuori, Non avevo un soldo, sono l’approfondimento in veste di racconto-giornalistico di alcune delle realtà e delle intelligenze della nostra isola; un’eccezione che risente del rigore giornalistico e della necessità narrativa. Ma è con Il forno e la sirena, La ghianda è una ciliegia e Le ragazze sono partite che Mameli ha liberato finalmente la tensione narrativa per dare voce alle esperienze vissute e alle testimonianze in prima persona, riviste grazie alla sua penna di scrittore.In questi romanzi-verità Mameli parte spesso da vicende della sua natìa Perdasdefogu per descrivere una realtà e un’umanità sofferente e dolente, in cerca, ancora prima che di umana pietà e di sollievo, dell’orecchio di un ascoltatore attento. Ecco, se la cifra finale di Mameli può essere condensata in una sola frase, siamo alla presenza di un autore che ha prestato ascolto per restituire voce, memoria, dignità e storia ai suoi interlocutori. Mameli ha raccontato per loro e per noi, perché non vada persa la testimonianza, perché ne resti il valore e la carica: e questo non vale per le storie sarde. Sono storie che valgono a tutte le latitudini. Per questo si fa il mestiere di scrittore: trasmettere agli altri storie che ci raggiungono nei modi più diversi”.

 

L’assegnazione dello speciale riconoscimento allo scrittore foghesino, propugnatore di cultura ed eminente figura intellettuale sarda, proprio per le peculiarità evidenziate nelle motivazioni della giuria Dessì, giunge nel costante aprirsi dell’indomito impegno civile e culturale di Mameli che, della cultura, appunto, ha fatto lo strumento migliore, la provocazione più invitante, l’arma più efficace e precisa contro inutili e dannose staccionate, con cui vincere l’isolamento, a partire proprio dal suo amato e protetto, Perdasdefogu.Un ringraziamento dovuto, quello a Giacomo Mameli, che, nella sua carriera giornalista e letteraria, ancora tanto ha da dire e, soprattutto, insegnare.