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Stintino (SS) – (Nando Cimino) - Presso la comunità di Stintino risuona ancora l’eco di un avvenimento di grande importanza per l’intera cittadina, in provincia di Sassari. L’occasione è stata offerta, lo scorso 28 dicembre, dal centocinquantesimo anniversario della proclamazione della ‘Beata Vergine della Difesa’ a patrona dell’Asinara e di Stintino. Una devozione antica, quella per la Vergine, che una certa iconografia ci riporta armata di spada nella mano destra. Del particolare culto Mariano se ne hanno tracce dal 572 p.c.n., quando la popolazione di Cortina d’Ampezzo chiese e ottenne la Sua celeste protezione in difesa dagli ostili longobardi. Persino nel quartiere italiano di Montréal, in Canada, un gruppo di emigranti molisani postunitari, decise d’edificare l'église Notre Dame de la Défense. A suggello della fervente adorazione nacquero congreghe e confraternite con lo scopo di perpetuarne i voti e le pratiche devozionali. Nei secoli, anche in Sardegna, molte comunità votarono se stesse alla Beata, come fece la popolazione dell’Asinara nel 1865; data cui si fa risalire l’origine di quella ‘Confraternita religiosa della Beata Vergine della Difesa’. Alla commemorazione, ospitata dalla chiesa patronale, era presente la fascia tricolore, Antonio Diana, Mons. Giancarlo Zichi, direttore dell'archivio storico diocesano di Sassari, padre Paolo Atzei, Arcivescovo della diocesi sassarese, Mons. Mario Simula Vicario Generale, il presidente della Confraternita, Giuseppe Benenati, l’attuale priore, Franco Gadau, i confratelli e numerosi fedeli. Durante la serata, in cui si sono susseguiti i chiari interventi del primo cittadino e degli alti prelati sassaresi, è stato presentato anche lo studio, appassionato e meticoloso, condotto dalla ricercatrice, Anna Serra, volto a certificare l’origine della Confraternita locale, retrodatandone la nascita. L’interessante lavoro della studiosa, originaria di Ossi, è stato fortemente voluto dal presidente dei confratelli, Giuseppe Benenati, con l’intento di creare un continuum storico che avvolgesse l’intera comunità di ‘Sthintìnu’, a partire proprio dalle origini della ‘società religiosa’. “Quello che ci differenzia dal passato – ha evidenziato il presidente – è l'aver preso coscienza delle nostre radici. La giornata di oggi vorrei fosse ricordata come una svolta, ma non nel senso di rottura con il passato quanto occasione di recupero delle nostre antiche tradizioni che culminerà con la pubblicazione del libro sulla nostra storia”. L’atteso elaborato della ricercatrice logudorese, infatti, sembra plasmarsi, riga dopo riga, proprio intorno alla forte identità dell’originaria popolazione, marcata, nel tempo, da traversie che ne hanno forgiato il carattere, fino a renderla un unico corpo sociale. “Mancano ancora molti tasselli al puzzle che si va componendo – ha dichiarato Anna Serra – ma è un lavoro che continua a riservare sorprese interessanti”. La studiosa non nasconde la sua passione per il compito affidatole, dal quale emergono, insieme, elementi religiosi e sociali: “E’ stato emozionante scoprire il documento spagnolo del 1703, mai tradotto prima, in cui è riportata la prima visita pastorale presso l’Asinara – spiega la ricercatrice che pone l’accento anche su un altro elemento del suo excursus tra documenti e antichi testi - Un dato, tra i tanti, mi è parso significativo del coinvolgimento collettivo nell’attività solidale della Confraternita, ed è la partecipazione ad essa di uomini e donne insieme”. A margine del suo intervento, Anna Serra, ripercorrendo alcuni fatti storici riscontrati in itinere, rivolgendosi alla platea, si è così espressa: “La storia stessa della costruzione delle chiese parla anche di voi, della vostra forza, della vostra fierezza, dell’orgoglio e della determinazione a unire le forze per riuscire a farcela, sempre e comunque, contando solo su voi stessi”. Ed è esattamente quest’aspetto che emerge inequivocabilmente dall’elaborato, la cui pubblicazione è prevista per la fine del 2015: “I vostri avi – ha concluso la ricercatrice – hanno comprato la terra su cui oggi sorge questo splendido paese. A loro era stato tolto tutto, tutto tranne l’orgoglio, la volontà e una fede incrollabile nella Beata Vergine della Difesa”. Va posto l’accento anche su un altro aspetto che testimonia il legame della comunità con la confraternita. Sgranando i registri oggetto di studio, infatti, scorrono quei cognomi come, Peragallo, Schiaffino, Maggiolo e Vallebella che ancora compaiono nell’elenco della Confraternita, quali diretti eredi dei suoi fondatori. Un libro, quello voluto da Giuseppe Benenati, ed elaborato da Anna Serra, che promette di trasformarsi in una pietra miliare della storia di Stintino e dell’Asinara.