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Perdasdefogu (Nando Cimino) - Dalle coste all’entroterra l’intera Sardegna è puntellata di nuraghi. Possono essere definiti come l’icona che meglio rappresenta l’isola, giacché, queste costruzioni in pietra e di forma conica, sono presenti solo in questo magico luogo. Comparsi duemila anni prima di Cristo sono collocati dagli studiosi nell’età del bronzo. Le particolari strutture megalitiche rientrano nel patrimonio dell’umanità, come sancito nel corso della ventunesima riunione del ‘Comitato per il Patrimonio Mondiale dell’Unesco’, che si tenne a Napoli i primi giorni di dicembre del 1997. Nell’era moderna intere generazioni di sardi sono cresciute all’ombra di questi misteriosi edificati, testimonianza di un’antica civiltà, quella Nuragica, scoperta solo in parte. Il fascino dei ‘tholos’, altro nome dei nuraghi a forma tronco conica, maggiormente diffusi sul territorio isolano, è sempre vivo nell’immaginario collettivo della popolazione tanto che, a Perdasdefogu, cittadina dell’Ogliastra centrale, qualcuno ha pensato di edificarne uno ex novo. A realizzarlo è stato Vittorino Lai, classe ’53, che senza celare una punta di legittimo orgoglio, racconta come l’idea sia maturata nel tempo: “Fin da piccolo ho giocato con i miei compagni di scuola e amici, intorno ai numerosi nuraghi che cingono Perdasdefogu, rimanendone affascinato. Scorrazzare tra quelle pietre vetuste e imponenti, ci trasmetteva il senso d’appartenenza a qualcosa che veniva da molto lontano nel tempo. Così – prosegue Vittorino – nel 2000, ho iniziato a realizzare questo progetto. Quando ho iniziato a manifestare questa mia idea, però, qualcuno mi ha preso per matto ma il mio desiderio di sempre era quello, in un certo senso, di dare continuità a quelle pietre antiche conosciute da bambino”. Quando ha lanciato la sfida ha dovuto fare i conti con un fabbricato i cui canoni edificatori sono tutt’altra cosa rispetto a quelli della moderna ingegneria edile di tipo civile; ma il guanto, ormai, era stato raccolto: “Per portare a compimento il progetto – spiega l’ideatore – ci sono voluti sette anni trascorsi tra ricerche, analisi del progetto e reperimento dei materiali più idonei. Si sono alternati anche lunghi periodi di pausa a successive riprese. Un particolare impegno, inoltre, ha richiesto la precisione nel conferire la pendenza alla struttura conica, pari al 12%”. Il ‘tholos’ di Vittorino è a pianta ovale e si sviluppa su due piani. La classica chiusura ogivale, caratteristica di quel tipo di nuraghe, è stata sacrificata per dare spazio a un ampio terrazzamento. La precisione nel ricalcare le arcaiche costruzioni megalitiche e la diligenza nello sviluppare il progetto, pensato dallo stesso proprietario e tecnicamente ottimizzato alle moderne esigenze dal geometra foghesino, Gianni Cabitza, ha avuto il supporto dello studioso dei nuraghi locali, Giampaolo Mura, che ha spinto a inserire la fontanella di scarico, un’apertura sopra l’architrave. Il compito de ‘sa funtanedda’, era quello di ripartire il peso della struttura sovrastante, riversandolo equamente verso le estremità dell’architrave, alleviandone la parte centrale. Tra murdeghu (cisto), olivastro, querce, ginepro, corbezzolo, mirto e rosmarino, il moderno nuraghe, è immerso nelle campagne a nord del paese, nella zona rurale chiamata ‘Molimentu’, a meno di un chilometro dal centro abitato. Così collocato si nasconde, divenendone un tutt’uno, tra l’ampia diversità vegetativa di macchia mediterranea, che sembra quasi volerlo proteggere. Insomma, Vittorino Lai, ha il merito incontrastato di aver regalato alla comunità di Perdasdefogu e alla Sardegna intera, un altro primato, tra i tanti che già detiene. Il suo, è candidato a essere l’unico esempio nell’isola di costruzione moderna a forma di tholos. E chissà che la fierezza e l’ingegnoso guizzo di Vittorino Lai e della moglie, Ida Prasciolu, al suo fianco anche in quest’impresa, non possa dare avvio a una nuova idea di edificato urbano a basso impatto, sulle orme delle antiche popolazioni nuragiche.