Politica nazionale
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E’ il giorno di Matteo Renzi segretario nazionale del Partito democratico. Lo ha ‘incoronato’ il responsabile organizzativo del partito dopo aver incassato il 68% delle preferenze alle primarie.

Dal palco pronuncia un discorso di un’ora e mezza e lancia tra l’altro la sfida sia al governo che non può continuare a ‘balbettare’ sia a grillo sulla riforma della legge elettorale e sul finanziamento dei partiti.

“A Beppe Grillo diciamo – ha tuonato il neo segretario Dem - sì alla rinuncia dei rimborsi elettorali che spettano al Pd ma solo se il M5S voterà le riforme proposte dal Partito democratico, dalla legge elettorale all'abolizione del Senato elettivo, perché il Pd sta davanti e non dietro".

"In queste ore – continua Renzi -, come è già successo con Bersani e con Letta, Grillo mi dice 'Renzi firma qua', metti la tua firma sulla restituzione del finanziamento pubblico - spiega Renzi -. Sono io che dico, Beppe firma qua. Io rilancio il tema: caro Grillo hai 160 parlamentari, sono decisivi, se ti va, se sei serio firma qua, io sono disponibile. Vuoi che rinunciamo ai rimborsi del prossimo anno? Ci costa molto ma siamo disposti ad accettare la sfida a una condizione: non si fa atto di resa, di' ai tuoi senatori di votare per trasformare il Senato e ai deputati di votare per una legge elettorale per cui chi vince governa".

"Noi siamo disposti ma Grillo deve votare in Parlamento, votare per quelle cose per cui il M5S è stato eletto. Se non ci stai, chiacchierone e buffone vale per te".

 

Per Renzi infatti il "nuovo gruppo dirigente del Pd deve imporre una nuova visione al Paese per i prossimi 15 anni e un’ agenda al governo per il prossimo anno". E' necessario "collaborare con le forze di coalizione per un'agenda puntuale e con tutte le forze politiche per le riforme istituzionali e costituzionali".

 

E il primo punto del Patto di governo proposto dal segretario Renzi "è un’ agenda condivisa con una scansione temporale chiara che parta da un accordo alla tedesca, voce per voce con la tempistica, per evitare la vicenda Imu, per chiarire su cosa vogliamo lavorare sui prossimi 15 mesi".

Tra le voci del patto di coalizione Renzi inserisce anche il riconoscimento delle unioni gay: "Io su questo sono prudente ma i 'civil partnership', le unioni civili, devono essere nel patto di coalizione che lo voglia o meno Giovanardi. Siamo il Pd e non possiamo far finta di niente su questo". Così come la modifica della legge Bossi-Fini.

Perché, avverte, "il Pd è parte integrante del governo ed elemento fondamentale della tenuta dei prossimi mesi. Se alle prossime europee si va con risultati balbettanti la responsabilità non ce l'hanno Grillo e Berlusconi ma cadrà tutta sulla testa del Pd".

Puntuale la risposta di Beppe Grillo dal suo blog.

“I rimborsi elettorali – ha scritto l’ex comico genovese - vanno restituiti agli italiani, non a Grillo. Sono soldi che i partiti hanno incassato aggirando un referendum e che la stessa Corte dei Conti ha denunciato come non dovuti. Caccia la grana, Renzie, e cacciala tutta, non solo la seconda rata, anche la prima, quella di luglio, una parte dei 91 milioni che il pdexmenoelle ha portato a casa insieme al partito del noto pregiudicato di cui è ora, grazie al M5S, vedovo inconsolabile”. Ed ancora: “Questo Parlamento di nominati dal Porcellum – ha scritto Grillo -  non ha la legittimità costituzionale, ma soprattutto morale, per fare una nuova legge elettorale. Chi ha goduto dei frutti del Porcellum, rimasto in vita grazie al pdexmenoelle e a Berlusconi per otto anni, non può riscrivere le regole. Si sciolga il Parlamento e si ritorni al voto con il Mattarellum. Sarà il prossimo Parlamento a fare la nuova legge elettorale”

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