VANGELO DELLA XXX  DOMENICA    DEL  T.  O.

  Matteo 22,34-40

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

  Commento di P. Pierluigi Mirra passionista

In una scena del film “Quo vadis“  Pietro incontra Vinicio,  Il protagonista del film insieme a Licia, e tra i due nasce un  dialogo. Vinicio domanda a Pietro cosa ha portato in più il  Cristianesimo, dopo la sapienza della Greca, la forza di Roma. E Pietro risponde:”Noicristiani abbiamo portato l’amore!”                                                                                                         La stessa sensazione avrà avuto il dottore della Legge  nel porre la domanda a Gesù. Forse dinanzi ai gesti di Gesù, al suo parlare, al suo aprirsi alla gente di ogni ceto,si sarà chiesto se davvero il fondamento della Legge di Dio fosse ancora l’amore proclamato in tanti  precetti, che non tutti gli ebrei osservavano lealmente. Gesù ribadisce che  il primo e più grande comandamento della Legge di Dio è “Amare  Dio con tutto se stesso..”,il primo, ma che ce ne un secondo”simile al primo”.”Ama tuo fratello così come ami te!”

Gesù ribadendo ciò, vuole dire a tutti che il nostro rapporto con Dio deve essere fondato sull’amore,come riferimento assoluto, e espresso come gratitudine, e come dialogo con Colui che  è all’origine della esistenza di ognuno di noi, che è la nostra radice  ,e nel quale soltanto, come fonte di acqua zampillante, possiamo  toglierci la nostra sete di infinito che egli stesso ha messo dentro di noi. L’incontro con Dio  cheavviene attraverso il dono della fede, non può non esprimersi se non  attraverso la riconoscenza che diventa amore senza misura.

La seconda parte del comandamento che ci apre al prossimo,non è un altro comandamento,ma le due parti di esso, sono due braccia al servizio di un  solo amore. Anzi  ilsecondo èla verifica del primo, lo dice lo stesso Evangelista Giovanni,affermando che chi dice di amare  Dio che non vede, e  non  lo ama nel fratello in cui Dio è presente e si vede, è un bugiardo.

Gesù prima di partire versoil Getsemani, lì nelCenacolo, offre a noi una modifica nella misura del comandamento che ci invita ad amare il prossimo:non più come noi amiamo noi stessi, ma come  Gesù ci ha mati. E come Gesù ci ha mati, basta  fissare lo sguardo sul Tabernacolo, e sul Crocifisso.

In ogni fratello che ci passa accanto, di ogni razza o colore, è presente Cristo,e quando tendiamo a lui al mano del cuore,in nome dell’amore, noi la tendiamo a Dio.

 

E amando gli uomini che si impara ad amare Dio(C.De Foucauld)

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