In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Commento
Cos’è il pane? Un pugno di farina, un bicchiere d’acqua e un po’ di lievito per la crescita. Esso però rende viva la mensa di ogni uomo. In un pezzo di pane è racchiuso il respiro fiducioso del contadino,la sua ansia e la sua fatica, tanti raggi di sole,il freddo dell’ inverno,la pioggia del cielo,il canto delle stagioni. Ma in esso sembra racchiuso anche un grande progetto di Dio! In un pezzo di pane offerto,in un bicchiere di vino, è racchiuso il fondamento delle Nuova Alleanza tra Dio e l’uomo:”Questo pane, è il mio corpo dato per voi…Questo vino è il calice della nuova ed eterna alleanza..” Spariscono così i vecchi riti, con tori ed agnelli, e fumo che saliva al Cielo,e tutto si racchiude intorno alla semplicità di una mensa. Nascondendosi in un pezzo di pane e celandosi in delle gocce di vino, Dio, in Cristo, lega per sempre se stesso all’umanità. I
I Giudei sono scettici e si pongono domande che vanno al di la del mistero di amore ,non compreso,messo in atto da Dio in Cristo:”Solo un matto può dire certe cose… Come costui può darci il suo corpo in cibo?...”, ed essi rimangono con le loro domande sulle labbra,e non accettano l’affermazione forte di Gesù:”Se non mangiate di questo pane e non berrete il sangue del Figlio dell’uomo,non avrete la vita in voi!” Ritorna intorno il profumo di quel pane e di quel vino che in quella sera, nel Cenacolo, veniva offerte, attraverso gli Apostoli, come viatico all’umanità di sempre,come pegno di vita eterna, e come segno anche di unità della Comunità che stava nascendo.
Ai Giudei “contestatori”, non calca minimamente l’invito della Sapienza del libro dei Proverbi ( I Lettura):”Venite mangiate il mio pane,bevete il mio vino che vi ho preparato. Abbandonate l’inesperienza e vivrete…” Solo chi accoglie questo invito e siede alla mensa preparata da Dio per il Figlio suo e per tutti coloro che entreranno, con la veste per la festa, e si accomoderanno alla mensa ,per condividere con la Trinità questo grande mistero di amore,che si rivela sulla tavola degli uomini. Solo chi side a tale mensa se ne uscirà ,portando con se la caparra della vita eterna.”Gustate e vedete come è buono il Signore!”, l’invito del Salmo 33,con la promessa che”chi cerca il Signore non manca alcun bene.”
Il pane e il vino offerto a Dio in Cristo, diventa un ponte mirabile tre il tempo e l’eternità,un ponte le cui colonne prendono fondamento nell’amore immenso e misericordioso di Dio Padre per l’umanità. Rifiutare il pane che Cristo ci offre e la bevanda che allieta il cuore, è correre il rischio di morire di fame anche dinanzi ad una tavola imbandita.
Il cristiano che non vive dell’Eucarestia, è condannato a rimanere spiritualmente come uno che ha paura di crescere.
Commento di P. Pierluigi Mirra passionista
