Vangelo
Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella e sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!». (Marco 2,1-12)
Commento
“ IL signore mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri e ai prigionieri la liberazione”(Lc. 4,18). E’ questo uno degli aspetti dell’identità missionaria di Gesù, da lui apertamente proclamata, tra lo scandalo e la mormorazione dei benpensanti, nella sinagoga. Egli conferma che “per noi per la nostra salvezza è venuta dal cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno purissimo della Vergine Santa”.
E per Gesù la salvezza inizia da quando lo si incontra, e nella fede noi lo riconosciamo Salvatore.
Cosa significa essere salvato da Gesù?
Chiudere la scena del passato e iniziare nel presente a vivere una nuova vita.
Ma è necessario che nell’incontro ci sia la fede e si abbia il coraggio, non di cancellare il passato, perché esso è scritto nella nostra storia,ma di leggerlo abbracciato dalla misericordia di Dio. Il miracolo del paralitico guarito, che oggi ci presenta Marco, mostra una doppia dimensione di fede nel chiedere la guarigione, Anzitutto è il paralitico che vuole guarire e chiede aiuto ai “sani” per arrivare al Maestro,ma c’è poi un supplemento molto forte di fede da parte dei portatori del malato, che pur di arrivare a Gesù con il lettuccio ,scoprono il tetto della casa dove Gesù era ospitato.
E Gesù compie per il malato un doppio miracolo:prima gli perdona i peccati, e poi gli impone di alzarsi guarito dalla barella e di mettersi a camminare.
Rabbia e stupore insieme degli astanti,farisei e scribi, i quali non stanno a guardare il miracolo, ma a domandarsi quale autorità ha Gesù per poter rimettere i peccati. L’importante però per Gesù è rimettere il peccato,perché è il peccato fonte di tutte le malattie dello spirito che bloccano l’individuo spesso anche nel suo percorso vitale nel tempo, il male dell’anima cioè influisce sul corpo. E il suo perdono che ,nella richiesta suggerita dalla fede e dall’umiltà, distrugge il male e ,lo rinnova l’uomo. Bene dice l’apostolo Paolo nel brano della II Lettura di questa Domenica:”Non ricordate più le cose passate,non pensate più a quelle antiche. Ecco io faccio una cosa nuova.” Il nuovo nell’uomo avviene nella misericordia di Dio, che “rinnova anima e corpo,” immergendoci nel Sangue di Gesù, che è appunto venuto per lavarci dalle nostre miserie, e dirci continuamente,anche dopo la caduta, sempre se ci poniamo nell’umiltà e crediamo nella sua misericordia:”Alzati e cammina!” Questo implica la coscienza del peccato e la necessità di capire che solo nella misericordia di Dio lavati, possiamo, guariti, riprendere il cammino.
Commento di P. Pierluigi Mirra passionista