In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Commento
La identità di Gesù è stato primo Giovanni Battista a scoprirla e a renderla palese ai suoi discepoli ( Gv.1,35), poi sarà Pietro, in modo più esplicito a confessarla (Mt.16,16- Gv.6,69). Ma ora,nella sinagoga di Cafarnao è addirittura il demonio a proclamare pubblicamente:” Io so chi tu sei, il Santo di Dio!” Il demonio ,nemico di Dio e dell’uomo,dinanzi alla potente forza che sprigiona Gesù che lo obbliga a uscire dall’uomo che il male possiede, è quasi costretto,oltre a proclamare anche la identità di Gesù. Non fa meraviglia che anche il demonio conosca e proclami identità di Gesù, anche Giacomo nella sua Lettera poi scriverà (2,10) che i”demoni credono e tremano.” L’autorità con cui insegna Gesù gli viene dalla sua identità e dalla coscienza della missione che gli è stata affidata dal Padre. I suoi concittadini soni lì,meravigliati, e a fare sinceramente le differenza tra l’insegnamento che loro veniva dagli scrivi e dai farisei, da quello che offre il Profeta di Nazareth .Certamente è la differenza tra il conformismo apparente e l’autenticità, tra l’essere cosciente della propria missione e quella del povero mestierante che vende il prodotto,e gioca solo sull’apparenza. Si pongono o domande sulla identità di Gesù e su questa nuova dottrina che offriva nuove prospettive e apriva nuovi orizzonti, al di là del freddo dell’osservanza legalistica della Legge .
Noi crediamo più o meno fortemente alla identità di Gesù, ma forse siamo un po’ restii a proclamarla. Eppure per il credente tale proclamazione dovrebbe essere luce per il cammino ,non solo, ma per fare luce anche al cammino degli altri.
Conoscere Cristo per dirlo! Questo è il compito di ogni discepolo del Maestro di Nazareth . Nella conoscenza di Cristo troviamo Dio, e trovando Dio troviamo il Tutto, e in esso sono le risposte a tutte le nostre domande, ai nostri perché, e la soluzione possibile a tutti i problemi della nostra esistenza.
Sull’esempio degli Apostoli, che, appresa la lezione di vita alla scuola di Gesù, pur nella fragilità e debolezza dell’ora della Passione,essi carichi dello Spirito si spinsero fino ai confini del mondo per dire Cristo,e coinvolgere tutti i credenti ne mistero di salvezza da lui operato. Conoscere e poi fermarsi, è ignavia, e nascondersi per vergogna è viltà. Conoscere la identità di Cristo e dirla ,non solo con le parole, ma con gesti concreti di fede e di carità, questa è la condotta di coloro che sono veri discepoli di Gesù.
Commento di P.Pierluigi Mirra passionista