In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui».
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
Commento
I figli di Dio non moriranno mai di fame! L’invito a sedere alla sua mensa, a prendere dalla tavola imbandita,ad attingere acque salutari dalle fonti fatte scaturire da lui,ci viene da Dio per bocca del Profeta Isaia”O voi assetati, venite all’acqua,… comprate e mangiate senza danaro….porgete a me l’orecchio e venite a me..” Al popolo in esilio l’invito del Profeta è diventa una forte mano di consolazione,un invito a rinnovare la fiducia e l’Alleanza con un Dio che non abbandona mai. E se si è uniti a lui,nulla può separarci,neppure la fame ,la sete e l’esilio. Infatti ,Paolo nel brano della Lettera ai Romani lo afferma con esplicita sicurezza:”Chi ci separerà dall’amore di Dio?.” E il suo è quasi un inno all’more di Dio,il quale per colui che lui si dona e si affida è grazia di salvezza. Nessun nemico, se siamo legati a Dio, in Cristo,potrà attentare più alla nostra sicurezza,perché la vittoria in ogni momento è ancorata all’amore che Dio ha per noi. E poi Gesù Cristo, il Figlio Unigenito del Padre,per la salvezza dell’umanità offre a questa stessa segni di cure senza limiti.
Il brano del Vangelo di Matteo narra una delle edizioni della moltiplicazione dei pani e dei pesci, attraverso una colazione portata forse da un accorto fanciullo come merenda di sollievo nel seguire Gesù. Una folla lo segue,essa è presa dalla sua Parola che attrae,avvince e prospetta nuovi orizzonti di speranza, e questa folla,così presa, dimentica anche l necessario per sfamarsi, lontano da casa.
Gesù guarda questa folla assetata di speranza nuova, e di essa ha compassione. Il primo invito a soddisfare le esigenze di stomaco della folla è per i discepoli, ma dinanzi alla loro dichiarata impotenza ,si accontenta di avere lui tra le mani i cinque pani e i due pesci.
E la sua potenza cade su questa colazione del fanciullo e diventa una tavola immensa ,appa- recchiata per tantissime bocche. La folla è sfamata,ad essa Cristo ha aperta la grande dispensa del suo cuore e della sua potenza per sfamare chi lo segue senza compromessi e riserve.
L’Evangelista nota anche il numero degli invitati a questa grande mensa fuori porta, cinquemila,senza contare le donne e i bambini. Ecco come Dio Padre, amante dell’umanità pellegrina nel tempo, attraverso Cristo non solo guarisce e libera dal peccato, fonte a volte di ogni infermità,ma anche sfama ,nella sua Provvidenza, chi segue il Figlio suo senza paura e senza calcoli.
In questa moltiplicazione è preannunciato il miracolo grande dell’Eucarestia,nella quale Cristo, nel tempo, si donerà, corpo ed anima, a tutti, senza riserva. E poi sulla Croce ancora egli si lascerà quasi spezzare, nella sua morte, per diventare pane e bevanda per tutti.
Il condividere il pane con il fratello fa accumulare sul nostro capo lo sguardo di Dio - Provvidenza!