Il Vangelo della Domenica
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In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». 
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

COMMENTO

Abbiamo tutti  bisogno di purificazione,per porci nella logica di essere nel tempo proiettati verso l’eternità,imitatori di Gesù Cristo. A volte siamo impastati dalla lebbra, che ha vari risvolti: il perbenismo, l’indifferenza,l’aggiustarci le cose a nostro modo e secondo il nostro comodo, se non addirittura nel nostro agire dimenticare la misura che il giudizio di Dio.

 Ci imbrattiamo in particolare del male dell’apparire, di un certo conformismo,e ci  rivestiamo del vestito mascherato di chi vuole nascondere la propria identità ,creandosene un’altra falsa. Abbiamo bisogno di liberarci da tutto ciò, da questo tipo di lebbra che infetta l’anima ,appesantisce il corpo, e  rallenta il percorso nella vita per dare ad essa un  senso.  Saremo sempre impuri ,fino a che rimarremo in questa situazione  di condotta.

Ciò che ci fa cambiare completamente, ci purifica, e ci libera da ogni peccato è la completa  fiducia nella misericordia di Dio. Il lebbroso di cui parla Marco è cosciente del suo stato di salute e di vita,e in ginocchio prega Gesù di liberarlo. E Gesù tese la mano alla sua miseria e lo liberò dalla sua malattia,che lo rendeva “impuro” anche per la società e lo costringeva a vivere  fuori città.

E l’uomo ritornò purificato nel corpo e libero nell’anima, carico di una vita nuova che per lui diventa gioia da dire , da gridare , da comunicare, tanto che a nulla vale l’ammonizione di Gesù che lo invita a tacere. La gioia del lebbroso sanato è tanta,il ritrovarsi tra i vivi, è talmente  forte, che non riesce a tacere.

“E venivano a lui da ogni parte..”, conclude il brano di Marco.  Ed è vero, scoperta la fonte dellavita,dell’acqua che purifica e rinnova,l’attrazione è forte.

 E ognuno di noi, riconoscendosi”malato”,”peccatore”,  ha bisogno come tanti ammalati di accostarsi alla fonte della salvezza per essere guarito,per potere  ricominciare,e mettersi sulle orme di Cristo per essere suo imitatore. Soltanto se guariti nel cuore, saremo capaci non solo di entrare nella logica di Dio,ma di acquisirne la mentalità,quella del discepolo che si sforza di imitare il maestro. Infatti Gesù, nel suo percorso  di evangelizzatore , si mostra  non solo guida,ma anche modello a cui ispirarsi,  e su cui misurare il  ritmo del proprio cammino.

 “Diventate miei imitatori..”,  dice  S. Paolo ai Corinzi. Noi  siamo chiamati a diventare  imitatori di Cristo:sia  lui  la guida e il modello del nostro percorso di guarigione dalle nostre fragilità,e  per l’attuazione della nostra vocazione, per essere ovunque e sempre amici di Dio.

 

Non sarà la politica o il danaro a guarirci  nel cuore, ma solo l’amore,con il quale tutto è possibile e nulla è impossibile”

Commento di P. Pierluigi Mirra Passionista

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