Berlino - I responsabili di Sanità e Agricoltura del governo tedesco e dei laender si riuniranno in settimana per l'analisi dell'epidemia scatenata dal pericoloso batterio E.coli che ha provocato 18 morti in Germania e 1.400 casi, soprattutto nel nord. Lo ha confermato un portavoce del ministero della Sanità di Berlino, mentre non cessano le critiche dell'opposizione sulla gestione della crisi.
Restano ancora da definire luogo e data esatta della riunione che, stando al quotidiano 'Bild am Sonntag', si terrà mercoledì, probabilmente nella capitale.
Intanto, gli ospedali del nord della Germania iniziano a registrare problemi nell'affrontare l'epidemia. Lo ha ammesso il ministro tedesco della Sanità Daniel Bahr, citato dal quotidiano 'Bild am Sonntag'. "Abbiamo una situazione complicata in termini di gestione dei pazienti", ha affermato il ministro liberale, spiegando che la soluzione sarà di compensare i problemi degli ospedali di Amburgo e Brema, le città più colpite, con i posti liberi nei centri sanitari della zona.
Si muove anche l'Ue. La Commissione europea ha convocato, per martedì 7 giugno, una riunione straordinaria del comitato di gestione allo scopo di discutere le misure per affrontare la crisi nel settore ortofrutticolo in conseguenza della psicosi nei consumi determinata in Europa dall'epidemia di escherichia coli. Lo rende noto la Coldiretti.(adnkronos)

Tunisi  - I corpi di altri venti migranti sono stati ripescati al largo della costa tunisina, mentre prosegue il lavoro dei soccorritori nella ricerca di eventuali sopravvissuti al naufragio del peschereccio con 850 persone a bordo martedì scorso, vicino alle isole Kerkennah. Un portavoce della polizia tunisina di Sfax, località nel sud del paese, ha spiegato che le ricerche erano state interrotte per due giorni a causa del maltempo. Al momento del naufragio le autorità locali avevano parlato di 200-270 dispersi.
Fino a giovedì scorso, quando le ricerche si erano temporaneamente interrotte, 583 migranti erano stati salvati dai soccorritori che avevano recuperato due cadaveri. (Adnkronos)

Belgrado – Il tribunale di Belgrado ha stabilito che Ratko Mladic, l’ex comandante delle forze serbo bosniache, latitante da più di 16 anni, può sostenere l’estradizione per essere sottoposto al processo per crimini di guerra.Secondo fonti serbe il cosiddetto boia di Srebrenica avrebbe le braccia paralizzate forse a seguito di un

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Roma  - Aumenta il panico all'indomani dei dati Oms sull'epidemia di E-coli che sta coinvolgendo sempre più Paesi in Europa. Secondo i dati dell'Oms, sono arrivati a 1.271 i casi di infezione e a 552 quelli più gravi. Il totale e' dunque di 1.823 casi mentre i decessi rimangono 18. In Germania si contano quasi tutte le vittime (17) e i contagi sono 1.733, di cui 520 hanno sviluppato la grave complicanza favorita dal batterio killer.
Il batterio fa paura anche nel nostro Paese, dove è stata trovata traccia di E.coli su un salame di cervo prodotto in Italia. Il ministro Fazio però rassicura: "Nessun allarmismo".
Non sembrano pensarla così però gli italiani. Secondo una ricerca della Coldiretti su dati Eurobarometro, il 62% dei cittadini del Vecchio Continente si dice preoccupato per la contaminazione da batteri. Una percentuale che sale al 79% in Italia, anche a causa della disinformazione.
Il ministero ha fatto sapere oggi che si sta procedendo a effettuare le necessarie indagini su un batterio E. coli rintracciato su un salame di cervo prodotto in Italia. Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio dice che la paura degli italiani non è giustificata e che "qualsiasi correlazione con l'epidemia nella zona di Amburgo è comunque altamente improbabile, sia per la tipologia del prodotto, sia per la zona di provenienza".
Il batterio però sembra 'avvicinarsi' pericolosamente. Nel Tirolo Austriaco, sono stati resi noti i primi due casi di contagio da Escherichia Coli. Si tratta di un ragazzo del Tirolo Inferiore e di una donna tedesca in vacanza nella parte orientale della regione austriaca. Quest'ultima, proveniente dalla Germania del Nord, e' stata infettata da una forma particolarmente aggressiva del batterio.
In Germania gli ospedali tedeschi hanno lanciato un appello a donare il sangue, per consentire il trattamento dei piu' gravi fra gli oltre 1.730 infettati da E. coli. Il focolaio ha provocato finora 17 morti nel Paese, con un altro caso sospetto e un decesso in Svezia.
Secondo Andrea Ellis, epidemiologa del Dipartimento per la sicurezza alimentare dell'Organizzazione mondiale della sanità, la fonte dell'epidemia della variante di E.coli "con ogni probabilita' potrebbe essere un alimento contaminato. Non sappiamo ancora quale, ma dovrebbe essere qualcosa che le donne preferiscono. Non si spiega altrimenti la maggior diffusione di casi nel sesso femminile". Per individuare la fonte dell'epidemia sono in corso analisi in Germania e in diversi laboratori e si stanno verificando diverse ipotesi ma, precisa l'esperta, "al momento non ci sono informazioni che supportino la teoria dell'attacco batteriologico, nulla lo suggerisce. La fonte piu' probabile dell'epidemia e' di tipo alimentare".
Il ministro della Salute Fazio tranquillizza i cittadini: la situazione in Italia "è sotto controllo, non deve generare allarmismi e non deve modificare le nostre abitudini alimentari, a cominciare dal consumo di verdura e frutta cruda dopo averla lavata". "I problemi sono circoscritti alla zona di Amburgo, dove cioè è partita la contaminazione''. D'altronde, aggiunge Fazio, "abbiamo un efficiente sistema di sorveglianza sindromica in grado di segnalare e curare tempestivamente eventuali casi". E "abbiamo allertato le Regioni, le strutture sanitarie e gli uffici sanitari alle frontiere, responsabili dei controlli sulle importazioni alimentari".
Nessuna segnalazione di infezione è giunta finora "né nella popolazione italiana residente, né in turisti provenienti dalla Germania". Fazio comunque consiglia a chi si deve recare nel Nord della Germania "di non consumare in loco verdura e frutta crude e di non bere acqua di rubinetto, finché la causa dell’epidemia non sarà stata accertata". Fazio comunica poi che la questione verrà affrontata lunedì nel vertice dei ministri della Salute europei a Lussemburgo mentre mercoledì "terremo una riunione con gli assessori regionali alla Sanità".
E dopo la Russia, anche il Libano ha deciso di bloccare le importazioni di ortaggi dall'Europa. Una mossa giudicata "sproporzionata" da Bruxelles. La priorità però ora è trovare la fonte del contagio. l'Organizzazione mondiale della sanità dal canto suo conferma la pericolosità della variante del batterio responsabile dell'epidemia in Germania e in Europa, "nota, ma mai circolata prima". Secondo un portavoce dell'Oms a Ginevra le caratteristiche genetiche e molecolari di questo batterio potrebbero aiutare le autorità a scoprire la fonte dell'epidemia. La raccomandazione, anche da parte dell'Oms, rimane quella di rispettare le norme igieniche. Nessuna restrizione dunque al commercio di frutta e ortaggi.
Nonostante le rassicurazioni, le associazioni dei consumatori non ci stanno e puntano il dito contro il ministero della Salute che, sottolinea il Codacons, "non ha preso alcun provvedimento serio per impedire che questa emergenza possa giungere anche in Italia". A giudizio del Codacons "fino a quando non sarà individuata l'origine della contaminazione" a titolo precauzionale vanno bloccate "tutte le importazioni di frutta e verdura, almeno quelle provenienti dai Paesi maggiormente coinvolti, Germania in primis". Le vendite di frutta e verdura, aggiunge l'associazione, sono crollate in Italia di almeno il 15%. E il 20% dei fruttivendoli non indica la provenienza del prodotto agricolo.
Da parte sua, Fedeconsumatori insiste sull'informazione. "La salute e la sicurezza alimentare dei cittadini sono un diritto fondamentale - dice -. In una situazione così difficile è indispensabile che le istituzioni europee e italiane forniscano ai cittadini la massima informazione circa il cosiddetto batterio killer". - (Adnkronos/Ign)

Beirut  - E' di sei feriti, il bilancio dell'attentato contro una pattuglia italiana nei pressi di Sidone, in Libano. Contrariamente a quanto emerso in precedenza da fonti della Difesa, quindi, ''non si registrano morti in conseguenza dell'esplosione dell'ordigno fatto deflagrare al passaggio dell'autocolonna italiana. In serata

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