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Incertezza in Grecia per quello che potrà succedere nel Paese solo fra pochi giorni se non verrà raggiunta un'intesa all'ultimo minuto con Bruxelles, dopo  il fallimento delle trattative fra il governo di Atene e i Paesi creditori. I più preoccupati sono senza dubbio gli oltre due milioni di pensionati statali ma anche gli ancora più di 600mila dipendenti pubblici che già dal mese prossimo vedono a rischio pensioni e stipendi. Negli ultimi cinque anni, a causa della crisi e dei tagli alle pensioni imposti dalla troika (Ue, Bce e Fmi), le rendite dei pensionati statali sono diminuite del 48% e, per questo motivo, il 45% di loro si trova oggi a vivere al di sotto della soglia di povertà. Pensionati che sono andati ad aggiungersi ai 6,3 milioni di greci (il 58% dell'intera popolazione di circa 11 milioni) che nel 2014 erano già a rischio povertà. E di certo non ha contribuito a rassicurarli l'odierna dichiarazione del viceministro della Sicurezza sociale, Dimitris Stratoulis, secondo cui i creditori della Grecia, oltre al miliardo e 800 milioni di euro derivanti dalla riforma dell'Iva, chiedono al Paese di trovare un altro miliardo e 800 milioni apportando ulteriori tagli alle pensioni: cifra che equivarrebbe al 20% in meno su tutte le pensioni, principali e integrative. 

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