Echi regionali
Strumenti
Carattere

Perdasdefogu (Nando Cimino) Mentre infuria la polemica sull’incomprensibile vendita del Dna dei sardi, la comunità scientifica continua a interessarsi della longevità a Perdasdefogu, in Ogliastra.Un fenomeno, quello della lunga e buona vita, evidenziato dallo storico locale, Salvatore Mura, Torigeddu, per i compaesani. Gli studi effettuati dall’appassionato di centenari hanno permesso alla comunità ogliastrinadi superare tutti i confini,conquistando di diritto un posto nel Guinness World Record, proprio per la longevità dei suoi abitanti, ma non solo. L’Ogliastra, infatti, grazie alle comunità di Perdasdefogu e Villagrande, in particolare, rientra nelle cinque ‘Zone Blu’ del pianeta. Cosa non da poco che, da sola, dovrebbe sgombrare il campo dalle cicliche e speculative polemiche sull’annosa questione dell’inquinamento ambientale, smentito dagli ultimi rilevamenti scientifici, imputato al Poligono Interforze, presente sul territorio foghesinodal 1956. Un primato che accostala regione centro-meridionale della Sardegna aquelle dellaCosta Rica, del Giappone, della Grecia e degli Stati Uniti, toccate anch’esse dalla lunga vita.Numerosi sono i centenari nel comune ogliastrino ma l’egemonia foghesina sulla longevità è tutta concentrata nella famiglia Melis, quella di tzia Consòla, scomparsa lo scorso anno a due mesi dal suo 108° compleanno. La famiglia Melis, nel 2014 e per la terza volta consecutiva, ha scalato la vettadel Guinness World Records, concentrando nel suo nucleo ben 837 anni e dieci giorni.Oltre ai genetisti, però, sono anche i mediainternazionali a seguire con grande interesse la particolare condizione delle popolazioni sarde, nel tentativo di svelarne i segreti. Con questo scopo, nella giornata di ieri, martedì 30 agosto, l’ennesima troupe televisiva è entrata in una dimora foghesina per intervistare un altro giovanotto di cent’anni. Le discrete telecamere hanno puntato l’obiettivo su, Antonio Brundu, il cui papà, Vittorio, scomparve all’età di 103 anni.

Una vita lunga, quella di nonno Brundu. Pastore e contadino, prese parte anche al“Sardinian Project”, la famosa campagna di eradicazione della malaria che, nell’immediato dopo guerra,coinvolse le popolazioni locali, le cui tracce sono ancora visibili sui muri delle vecchie case del paese.Lucido e ben presente a se stesso, tanto da dare i numeri a una discreta parte della new generation, ha risposto alle domande del giornalista, con serenità e partecipazione. Ha raccontato la sua vita, ricordando una gioventù andata ma ancora viva nel suo sguardo. Di quando, ogni domenica, l’intera comunità si riuniva in piazza di chiesa per ballare o per ascoltare is mutettus, le dialettali poesie improvvisate in rima, dei poeti locali. “Il tempo, adesso, è tutto cambiato”, aggiunge accigliato, spiegando che lui, prima della guerra, la parola “droga”, non l’aveva mai sentita. Nato nel 1918, all’età di ventidue anni, si unì in matrimonio con l’incantevole monserratina, Gemma Tidu, dalla quale ebbe cinque figli, quattro maschi e una femmina. Con la sua Gemma, di nome e di fatto, era in procinto di celebrare il settantacinquesimo anniversario di matrimonio quando, pochi mesi prima dell’evento, lei scomparve. Nonna Gemma resterà sempre nei cuori dei figli e dei nipoti, non solo per l’amore che ha loro destinato, ma anche per la raffinatezza nel preparare is pastissus: i dolci con sa cappa, fatti di sfoglia di zucchero, ripieni di pasta di mandorle e decorati come fossero piccole opere d’arte.Antonio Brundu ha toccato il cuore di tutti quando, alla domanda sui momenti più dolorosi di una vita di cent’anni, la mente del nonno foghesino è tornata indietro a quei tragici minuti vissuti a Monserrato, nel pieno del conflitto mondiale.Un episodio che ancora opprime il cuore del centenario e che lo stesso giornalista, vista la reazione, si è rammaricato d’avergli riportato alla memoria: “I Momenti più dolorosi? – ha risposto tziu Antoni Brundu dopo una lunga pausa con lo sguardo a quel tragico episodio, portandosi la mano tremante alla fronte – Io mi sono sposato in periodo di guerra: avevo ventidue anni. Abbiamo avuto un bambino. Una notte è caduta una bomba nel paese di Monserrato, vicino a Cagliari. Era verso l’una di notte. Com’è scesa quella bomba, noi eravamo addormentati, la porta si è spalancata – possiamo solo immaginare il tragico tumulto di quegli istanti, nel cuore della giovane famiglia -. E quel bambino, da quel giorno… prima era sempre allegro e contento… da quel giorno era sempre così, triste”. Il pianto dell’uomo di cent’anni ha fatto chiudere tutti i presenti in un rispettoso e lungo silenzio. Giuseppe, così si chiamava quel bambino sempre allegro e contento, deceduto poco dopo quella tragica notte, ci riporta alla memoria i tanti Giuseppe chefuggono dalla Siria, dalla Palestina e dalle zone di guerra che infestano il pianeta,cercando protezione e serenità, altrove. A nonno Antonio Brundu, comunque, non manca la presenza di figli e nipoti che, quotidianamente, lo circondano con il loro impareggiabile affetto. Ancora un documento su Perdasdefogu, dunque, e sul fenomeno della longevità a caccia degli ingredienti segreti per una buona e lunga vita. Forse, però, gli unici veri ingredienti che occorrono sono, devozione, lavoro, alimentazione sana ed equilibrata, aria pulita, più spiritualità e tanto, tantoamore.