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Roma - Sul fronte delle riforme, "siamo al giorno della verita'". Lo dice all'AdnkronosFranco Frattini, responsabile Affari internazionali del Pdl, a proposito del dibattito sul cambiamento del sistema istituzionale e della legge elettorale, alla luce della ripresa della discussione in Senato sul ddl riforme, al quale il Pdl presenta un emendamento in chiave semi-presidenzialista per l'elezione diretta del capo dello Stato.

"Domani al Senato sarà il giorno della verità perché si verificherà -afferma- la serietà dei propositi riformisti delle forze politiche. E fa piacere che la nostra proposta, che è molto articolata, sia stata apprezzata anche da altre personalità che non sono della nostra parte politica oltre che da un nutrito gruppo di autorevoli docenti che hanno scritto oggi un appello al 'Corriere della Sera'" per il semi-presidenzialismo e il doppio turno.

"Ci auguriamo seriamente -aggiunge- che il Pd colga l'importanza di questa riforma semi presidenzialista e che si possa giungere ad un percorso condiviso" aggiunge l'ex ministro degli Esteri, al quale non sono passate inosservate le obiezioni, ancora sul 'Corriere della sera', diLuciano Violante: "Ma -replica Frattini- dire facciamo prima la legge elettorale e poi fra qualche mese indiciamo un referendum per chiedere alla gente se preferisca il semi-presidenzialismo o il parlamentarismo, significa rischiare il rinvio della riforma, se non destinarla al dimenticatoio". Senza contare che ipotizzare fra un anno un referendum sul semipresidenzialismo rischia di delegittmare il Presidente che sarà eletto, con il sistema ancora vigente, dopo Napolitano.

"Oltretutto -sottolinea Frattini- è l'unica volta in cui ci troviamo nella felice coincidenza tra la presentazione della riforma e un settennato presidenziale che scadrà fra meno di un anno. Se aspettiamo altri mesi prima di realizzare il semi-presidenzialismo -argomenta- cosa gli andremo a raccontare al nuovo inqulino del Qurinale eletto ancora con il sistema parlamentare? Gli possiamo raccontare, forse, che starà al Quirinale un altro anno anziché sette perché così hanno deciso i cittadini con un referendum? Non credo sia immaginabile una tale delegittimazione della figura del presidente della Repubblica".

Il presidente della Fondazione De Gasperi è consapevole degli altri dubbi delle opposizione, in particolare del Pd, sul fatto che una riforma di questa portata si possa fare con un semplice emendamento, ma ribatte: "L'emendamento è uno strumento scelto a ragion veduta, proprio per non bloccare la possibilità di modificare altre parti della Costituzione. Tutti saranno messi di fronte alle proprie responsabilità, ma in ogni caso quanto concordato" in prima commissione "andrà avanti".

"Ciò detto, il piatto forte di ogni riforma costituzionale -conclude Franco Frattini- è il sistema di governo: quindi, possiamo ridurre il numero dei parlamentari, modificare il bicameralismo con nuovi meccanismi per il Senato, ma se non ci sarà il forte rapporto tra i cittadini e chi governa non avremo dato risposta alle inquietudini della gente".

Per Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl ''è certamente giusto confrontarsi con rapidita' sulla legge elettorale, ricordando che la priorita' non e' certo superare il bipolarismo, ma dare ai cittadini la possibilita' di scegliere chi eleggere. E sono diversi i sistemi che possono garantire questo diritto".

"Ma prima di questa scadenza -aggiunge- ci sara' al Senato il voto sull'elezione diretta del presidente della Repubblica. Il confronto in Aula e' ineludibile e la sinistra dovra' scegliere tra i riti di Palazzo e la partecipazione democratica dei cittadini. Il presidenzialismo si puo' decidere ora senza buttare la palla in tribuna. E' questo il primo vero banco di prova per vedere chi vuole riforme al fine di dare piu' potere ai cittadini, e chi invece e' inchiodato al passato'', conclude Gasparri. (Adnkronos)

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