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Nelle more della  più volte rimandata decisione della Corte costituzionale che sarà chiamata entro il prossimo mese di ottobre a statuire circa la costituzionalità dell’istituto della mediazione obbligatoria, introdotta in Italia con decreto legislativo n. 28 del 2000, la Corte di giustizia europea  ha fatto sentire la propria voce. La doppia censura riguarda la parte del decreto in cui si «prevede che il mediatore possa e, a volte, debba, senza che le parti possano opporvisi, formulare una proposta di conciliazione che le parti sono indotte ad accettare per evitare di incorrere in determinate sanzioni economiche». 

Tale previsione si pone in contrasto con il diritto delle parti di decidere liberamente quando chiudere il procedimento di conciliazione e che, alla commissione, non appare in linea con la ricerca consensuale dell'accordo di mediazione.

L’altro profilo di censura da parte del supremo organo di giustizia comunitario riguarda le spese: esorbitanti se si pensa che occorra prima versare delle somme per accedere alla mediazione obbligatoria, e successivamente versare di nuovo il contributo unificato per poter accedere alla decisione del giudice ordinario, nell’ipotesi nella quale non si sia raggiunto un risultato dinnanzi al mediatore.

 

 

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