Il Vangelo della Domenica
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In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». 

Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». (Marco 10,35-45)

Il Brano del  Vangelo di Marco ci mostra ancora una volta quale era la mentalità sia degli Apostoli che dei concittadini di Gesù circa la Missione del Messia. Essi   pensavano che il Messia promesso sarebbe venuto a rimettere su il Regno di Davide, scacciando via i Romani e liberando il popolo ebreo.

E’ la richiesta di una madre che raccomanda  i due figli che seguono Gesù, Giacomo e Giovanni, e che ansiosa, guarda al futuro dei figli.  La risposta di Gesù credo che non convinca né la madre, né i figli, ma, afferma senza mezzi termini, quale è davvero la Missione del Messia:” Il figlio dell’uomo è venuto non per essere servito, ma per servire e dare la vita in riscatto per molti”.

Gesù  parlando così, anzitutto vuole calmare  il subbuglio creatosi tra i discepoli al vedere la madre dei due   raccomandarsi. Da ciò appare davvero come  i discepoli credevano e speravano in un Messia  che avesse soltanto un ruolo umano, ecco perché si scandalizzeranno e faranno quella figura nel momento della passione di Gesù.”Noi pensavamo,noi credevamo,…”, diranno i discepoli di Emmaus, mentre abbandonano Gerusalemme.

Invece la figura di Gesù si staglia  in mezzo all’umanità come il Servo di Dio,mandato a servire l’umanità, anzi ad annientarsi per l’uomo per riscattarlo dalla sua schiavitù e ridargli la dignità originale, riconquistando la figliolanza divina. Lui il Servo  di Iawhè di cui accenna Isaia nel brano della I Lettura, il servo che “giustificherà molti e si addosserà le loro iniquità”, e tutto questo, come dice il brano della Lettera agli Ebrei nella II Lettura” perchè l’uomo riceva misericordia   e trovi grazia…”.   Gesù appare un Maestro fuori moda, e lo testimonierà poi nell’Ultima Cena, quando cingendosi di un grembiule ,si chinerà a lavare i piedi ai suoi discepoli, esortandoli poi a fare lo stessi anche loro.

Nella nostra società, anche in certi ambienti pseudo-religiosi, dove per arrivare alla sedia del potere  si sgomita, ci si arrovella, si passa l’uno sul corpo dell’altro, questo Maestro è davvero fuori moda, ma è il Maestro che insegna con i fatti, e vuole che anche coloro che   lo seguono si facciano servi degli altri.

Servire vuole dire anche donarsi senza misura o calcolo umano come ha fatto il nostro Maestro. Oggi  è la Giornata Missionaria Mondiale:quanti nostri fratelli e sorelle, sull’esempio di Gesù, hanno lasciato tutto per porsi al servizio degli ultimi, dei poveri del mondo.

Noi tutti, noi cristiani, siamo chiamati ,secondo le nostre possibilità,  a porci a servizio del Vangelo. Concludiamo con la preghiera della Colletta:”Crea in noi, Signore, un cuore generoso e fedele,perchè possiamo servire Te e i fratelli con lealtà e purezza di spirito.”

Commento di P. Pierluigi Mirra Passionista

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