Il Vangelo della Domenica
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In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». 

Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. 
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
(Marco 10,46-52)

            COMMENTO                              

Oggi i “ ciechi” li chiamiamo “non vedenti”, forse è un modo meno   forte per definire la loro condizione.                

E poi sono tanti i ritrovati, dal Braille al bip al semaforo,che aiutano questi nostri fratelli ad uscire  dal loro isolamento .Si, perché il cieco è un uomo isolato,un uomo indifeso. Preso gli Ebrei ,addirittura apparirà maledetto(cfr, Gv.9,1-14).                                                                                                                                                                             Gesù nel suo peregrinare apostolico per le vie della Palestina ne incontra tanti, e della guarigione d i alcuni di essi ci riferiscono tutti e quattro gli <evangelisti.                                                                                                               

Il  che il Vangelo di Marco ci presenta e un  malato che ha nome e cognome, e Bartimeo, figlio di Timeo.         

Egli è la fermo, a lato della strada,avvolto nel suo mantello e con il bastone della sicurezza a fianco.                            Vive della pietà e dell’elemosina della gente che passa.                                                                                                                                 Anche per lui a Gerico passa Gesù. Egli va verso Gerusalemme per entrare nel mistero doloroso della Passione che lo attende. Una folla  di gente con i discepoli lo segue. Il cieco Bartimeo avverte, domanda, e gli dicono che passa il  Profeta di Nazareth,colui che ha risanato tanti malati e ha ridonata la vista ai ciechi.           

Nel cuore di Bartimeo si accende la luce della speranza che va oltre la curiosità di sapere.                            

Prima sussurra il nome di Gesù, poi lo grida forte,con l’aggiunta:”Abbi pietà di me”. Egli sa che colui che sta passando può riaccendere i suoi occhi spenti,ma  forse anche il suo cuore rassegnato al buio.                                             Qualche zelante lo prega cortesemente di tacere, ma la sua invocazione diventa sempre più forte ed insistente da arrivare all’orecchio di Gesù che ora lo chiama. Bartimeo getta via mantello e bastone, e, a tastoni, arriva dinanzi a Gesù che gli chiede:” Cosa vuoi che io ti faccia?”E dal cielo l’invocazione:”Che io riabbia la vista!” E Gesù:” Va la tua fede ti ha guarito!” Gesù.                                                                                                                                                 

La fede di Bartimeo ha superato ogni pregiudizio e ogni ostacolo, e ha scoperto l’identità di Gesù.                                           Egli non scappa, ma consegna a Gesù la vista riconquistata, diventando suo discepolo.                                                                              Quando ci necessita sbloccare le nostre orecchie paralizzate che forse non ci fanno sentire più la voce di Gesù presente sulla nostra strada, e gettare via  bastoni e mantelli che ci tengono legati agli angoli delle  nostre certezze. Dobbiamo avvicinarci alla luce,se vogliamo vedere la luce, focalizzare la nostra vita e guardare  oltre le cose. Non avere paura di  perdere  le nostre certezze umane che spesso ci impediscono di vedere oltre il nostro angolo di strada.                                                                                                                           

L’unico oculista che può guarirci fuori e dentro è Gesù di Nazareth, e l’unico collirio efficace per tenere limpidi i nostri occhi è la fede, alimentata dalla preghiera.                                                                                                                                 

“Se vogliamo decifrare il mistero della vita è necessario avere gli occhiali giusti.  Per non sbagliare rifornirci degli occhiali del cuore .Essi hanno il marchio della fede.”(A.Dini)    

Commento del P. Pierluigi Mirra passionista                                                                                                                                                    

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