Il Vangelo della Domenica
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La richiesta degli Apostoli a Gesù nasce sicuramente dal vedere  Il Maestro  appartarsi e parlare con il Padre,quasi a consultarlo sul percorso della sua missione in terra. Gli Apostoli i sentono anch’essi la nostalgia del divino e  chiedono a Gesù che insegni loro a cercarlo e a rapportarsi con il Cielo.                                                                            E Gesù,che ha rivelatoloro  il volto umano del Padre,  li spinge a rivolgersi al Cielo,  chiamando  Iddio dei loro Padri,con il nome  di “Padre”: “quando pregate  dite “Padre Nostro!..”                                                                                                                                         Il “Padre nostro” è la preghiera,la più breve,la più ricca, la più completa, il tramite più semplice per parlare con Dio E’ la più bella espressione per vivere in diretta  il nostro rapporto di figliolanza con Dio, e sperimentare la dimensione della sua paternità.                                                                                                                                                   Nel Padre Nostro noi ci poniamo in Dio,in Qualcuno a cui apparteniamo,e che ci appartiene…Gli chiediamo che il suo Nome sia glorificato,e che tutti gli uomini,attraverso la partecipazione al suo Regno,sperimentino la sua paternità. Chiediamo ancora a Dio che nella sua volontà sia la nostra pace,per sperimentare il suo amore che è pace,tenerezza e sicurezza.                                                                                                                                     Dopo la lode chiediamo al Padre il pane quotidiano da dividere con l’umanità,insieme al pane del perdono  da offrire per l’altro,che forse si sente povero e indigente,e ancora il pane della gioia e della sofferenza condivisa,perché tutti, senza escludere nessuno, si sentano partecipi della mensa di Dio.                                                                                                                                             Al pane del perdono offerto, chiediamo   di saper noi perdonare,anzitutto noi stessi,,per poter ricominciare ogni volta che deviamo dal nostro percorso di vita e perdiamo di vista  Dio,e di saper perdonare anche i nostri fratelli,perché essi , carichi e quasi rifocillati dal nostro perdono, possano riprendere il cammino insieme con noi.                                                                                                                                                                                        Infine, coscienti della nostra debolezza e fragilità,  chiediamo a Dio  di non indurci in tentazione, ma che se la tentazione ci prende, sappiamo, con il suo aiuto, non cadere,e  che , ancora con il suo aiuto, possiamo camminare ,  operando il bene.                                                                                                                                                   Gesù ci ha insegnato a pregare perche il parlare con Dio, nostro Padre, diventi il respiro della nostra esistenza,ricordandoci  che “si vive di preghiera,….e che oltre ogni meraviglia,pregare è bello!”(Paolo VI),e che “chi prega  ha in mano il timone della storia.”(S.Giovanni Crisostomo)

Commento di P.Pierluigi Mirra Passionista

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