Il Vangelo della Domenica
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In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 

Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

COMMENTO              

Abbiamo trovato il Messia!”, il grido di gioia che nasce dal cuore di Andrea nel comunicare la notizia al fratello Simone. E’ la gioia di  chi porta a compimento una ricerca,o  di chi ha atteso da tempo  un incontro.                                                                                                                                                           Andrea e Giovanni appartengono  al numero dei discepoli di Giovanni Battista,e presso di lui sicuramente hanno già fatto un  tirocinio di discepolato. Ma il loro cuore e i loro occhi hanno sempre guardato oltre. Ed è lo stesso Giovanni Battista ad indicare loro il Messia,mentre passa  sul loro cammino, chiamandolo:”l’ Agnello di Dio!..Eccolo!” E i due discepoli senza nostalgia lasciano  Giovanni e si mettono  a seguire Gesù.Una domanda secca da parte del Maestro:”Chi cercate?”,come secca è la risposta:”Maestro ,dove abiti?” e netta la conclusione:”Venite e vedrete!” Sicuramente l’incontro fu costruttivo e illuminante, tanto che Giovanni l’Evangelista,dopo 60 anni che scriveva il Vangelo,ricordava ancora che “erano circa le quattro di pomeriggio.”

Abbiamo trovato il Messia!”,e ora non possono più tacere  la loro esperienza ,anche solo di una giornata. E Pietro,,forse curioso,più che convinto, segue Andrea  e Giovanni che lo accompagnano da Gesù. E lo sguardo di Gesù si  fissa su Pietro… Questo incontro,  risultato così importante, muta anche l’identità del pescatore di Galilea:”Tu ti chiamerai   Cefa”, che significa Pietro.

Non c’è incontro che non cambi qualcosa o qualcuno. A volte un incontro, come quelli operati da Gesù e che il Vangelo ci narra, cambiano totalmente la loro vita,proiettandola verso una dimensione diversa e senza paura.   I primi discepoli diedero uno stacco forte alla loro esistenza, vissuta fino ad allora, iniziandone un’altra dietro un Profeta su cui scommettevano, del quale si fidavano. Certamente ci vorrà del tempo e moltissima pazienza da parte di Gesù per sgrossarli, e creare in loro una mentalità nuova. Essi saranno testimoni  dei suoi miracoli,porteranno nel cuore le sue parole,e ,se anche la parentesi della Passione di Gesù li tradirà,poi però, carichi  dello Spirito della Pentecoste, usciranno e andranno per dire  a tutti che “hanno trovato il Messia”, colui che  ha portato la grazia e la verità. Non avranno paura neppure della morte, e la certezza di averlo trovato,non verrà scalfita neppure dal martirio.

“Trovare Gesù..” Noi lo abbiamo trovato, o meglio, è lui che ha incontrato noi in tanti momenti e tempi,ma poi a volte  ci siamo  distratti e quell’incontro vitale, rimane per tanti  forse solo un ricordo.                 

Dobbiamo  sentire forte la nostalgia di quell’incontro, riattuandolo   e vivendolo, anche noi, come gli Apostoli, nella grazia e nella misericordia condivisa.

Ci impegniamo per trovare un senso alla vita,a questa vita, alla nostra vita….Ci interessa perderci per qualcosa o per qualcuno.”(Don Mazzolari)

Commento di P. Pierluigi Mirra passionista.

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