Il Vangelo della Domenica
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Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

 

     Commento                                              

Ne Vangelo dell’ultima Domenica  il Battista  indicava Gesù come l’”Agnello di Dio..”,confermando in pieno il testo di Isaia (49,3.5-6) in cui in Profeta lo indicava come il “servo “ inviato a restaurare le tribù d’Israele.       Oggi il brano di Matteo ci presenta Gesù che pone in atto il progetto del Padre,percorrendo le strade della Palestina,e,facendo eco alla voce di Giovanni Battista, invita alla conversione:” Convertitevi perché il Regno di Dio è vicino.”

La luce accesa, a cui fa riferimento anche Isaia nella  I Lettura,invita tutti ad illuminarsi al suo bagliore,perché le tenebre siano sconfitte,e l’umanità goda gioia e letizia insieme. Questa luce risplende e diventa salvezza,come  recita il Salmo 26/27,diventa difesa, contemplazione,speranza che rinsalda il cuore in Dio.

La conversione da porre in atto per entrare nel progetto del Signore, forse ,a volte, vuole  un inversione totale di rotta,lasciandosi illuminare senza paura dalla luce di Dio,che è Cristo stesso, avviandosi ad un mutamento profondo di mentalità,mettendosi davvero a camminare con Cristo,assumendone pensieri e stile di vita per  essere in Dio, non solo, ma anche per dire Dio con la propria vita.                                                                           

A questa sequela profonda e senza compromessi, Gesù chiama dei poveri pescatori,che egli vuole fare diventare “pescatori di uomini”,ed essi, come  dice Matteo,”lasciarono le reti e lo seguirono” senza alcuna obiezione o richiesta di spiegazioni. Saranno  alla scuola di Gesù,ascolteranno la sua Parola”nuova”, vedranno la potenza di Dio agire e muoversi in lui, manifesteranno però anche le loro debolezze , i loro limiti, le loro paure e infedeltà,specialmente quando incapperanno del dramma della Passione e Morte  del loro Maestro,dramma che li troverà impreparati,e non manifesteranno sicuramente coraggio e audacia.                

Tra essi ci sarà chi tradirà Gesù, chi lo rinnegherà,e quasi tutti lo abbandoneranno,fuggendo o nascondendosi per paura,ma poi ,carichi dello Spirito Santo che il Maestro Risorto  manderà loro,diventeranno con parole e fatti  annunciatori e gesti testimoni  di Gesù di Nazareth, fino a porre il sigillo del sangue alla loro opera.

Imbarcarsi con Dio è sempre un rischio,ma un rischio che nella chiamata diventa un dono.                                            

Dio che ci ha pensato da sempre e ci ha atteso con pazienza e amore,si incontra con noi nel tempo, quasi ad un appuntamento sempre da lui sognato,e ci  offre non soltanto il suo amore, ma ci chiede di essere suoi collaboratori. E non si può dire di no a Dio che chiama,né barattare il suo invito,ma anche se discepoli paurosi,resi coraggiosi  da Dio stesso con la sua grazia, siamo pronti,nell’unità, quella  unità di cui Paolo parla nella II Lettura, a narrare  Dio con gesti e atteggiamenti di vita,che,diventati luce, possono illuminare e riscaldare il cammino  di chi  ci vive accanto e cerca la verità.

Il Signore desidera che noi calchiamo le orme del Figlio suo,che non facciamo questo o quello,ma con la sua grazia ,porre in atto ,con coscienza, nel tempo che lui ci da, quello che lui vuole.

Commento di P. Pierluigi Mirra passionista

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