(di Pasquale Della Volpe) L’aver rivoltato (per l’ennesima volta) il roster come un calzino, in settimana (fuori Gaines e Moore, dentro Capin ed Avramov) , non è bastato alla Pasta Reggia Caserta per conseguire la prima vittoria in campionato; contro Varese arriva la undicesima sconfitta consecutiva (78-82 il finale) al termine di un match che lascia ancora l’amaro in bocca ai sostenitori bianconeri visto che , per l’ennesima volta i ragazzi di Markovski devono ancora rimproverarsi per come aver gestito il match nei suoi momenti cruciali. Eppure la gara era iniziata nel migliore dei modi con i padroni di casa subito a piazzare un break di 11-4 che sembrava far presagire un altro tipo di match ma, subito dopo, ne iniziava un altro, con la Juve che, complice anche i soliti vorticosi cambi di Markovski anche quando i suoi sembrano aver trovato la quadra, spariva letteralmente dal campo e con Varese che piazzava un parziale di 14-0 che la portava sull’ 11-18. Da quel momento i lombardi prendevano il controllo del match e la Juve arrancava nel tentativo di non affondare sotto i colpi di Deane (alla fine saranno 23 i punti per il play di coach Pozzecco) e Daniel (15 per lui). Gli ospiti si portavano anche sul +15 (sul 19-34) ma proprio nel momento peggiore dei bianconeri, culminata con l’espulsione di Ivanov (per doppio fallo tecnico), ecco che la Pasta Reggia trovava la forza di reagire dando inizio ad una mini rimonta che le consentiva di chiudere il tempo in svantaggio di 10 (sul 34-44) e di vincere il parziale per 21-19 evitando una imbarcata che già a metà gara sembrava non una ipotesi remota. Nel terzo quarto la Juve piazzava un break tremendo riuscendo a riprendere il controllo del match e grazie al 25-11 rifilato agli ospiti (con il solito Young mattatore con 30 punti messi a referto a fone match) rimetteva la testa avanti chiudendo il parziale in vantaggio di 4 (59-55). Partita finita? Macchè; una dote della Juve della gestione Markovski (se proprio dote la vogliamo chiamare) è quella di rianimare gli avversari quando questi sembrano sull’orlo di un dirupo e così grazie ad un ultimo quarto giocato in maniera sciagurata, i padroni di casa regalavano letteralmente il match ai ragazzi di Pozzecco che potevano così (senza impressionare granchè) portare a casa due punti fondamentali per la loro classifica mentre per il pubblico di casa si materializzava l’ennesima amara beffa che relega da stasera la Juve oramai lontana da una salvezza che oggi come oggi appare assolutamente inarrivabile (tanto che ad un certo punto sulle tribune sono apparsi striscioni con la scritta lega due). Forse è stato azzardato rivoltare la squadre alla vigilia di un match tanto importante con i nuovi due innesti allenatisi con la squadra solamente da giovedì e vista la prestazione affatto deludente del Moore di Milano, ma tant’è ci si trova a commentare l’ennesima sconfitta frutto dell’ennesima sbagliata gestione di gara da parte del coach che avrà anche dato alla squadra una impronta di gioco ma non riesce a colmare quegli spaventosi vuoti cui si deve assistere ogni domenica senza che gli avversari facciano nulla di particolare per metterli in difficoltà. Non sarà un sereno Natale dalle parti del Palamaggiò, brutto presagio per un prosieguo stagione che si preaanuncia essere molto povera di soddisfazioni per i sostenitori bianconeri.

(di Pasquale Della Volpe) L’ennesimo ribaltone settimanale, culminato con l’esonero di coach Markovski e la promozione a capo allenatore di Vincenzo Esposito, non ha portato i frutti sperati visto che al Palamaggiò la juve subisce il 12° stop consecutivo contro una Sidigas Avellino che ha vinto in grande scioltezza, passeggiando sulle macerie della banda bianconera. Il risultato finale è impietoso, 91-105 per gli ospiti che hanno dominato dal primo all’ultimo secondo di gara, portando ben cinque uomini in doppia cifra con Gaines (neppure parente dell’ectoplasma visto a Caserta) e Banks, con rispettivamentei 28 e 21 punti, messi a referto, autori di quasi la metà dei punti degli irpini, ma con ottime prestazioni anche di Hanga (18), Harper(17) ed Anosike (14). Numeri che complessivamente dicono che Avellino ha tirato con l’82% da due (con soli sette errori nel tiro ravvicinato) logica conseguenza, non solo di una serata di grazia degli esterni irpini ma anche di una evidente complicità della difesa bianconera che non ha mai mostrato di saper difendere con quella intensità che occorre mettere a certi livelli. Una saqudra nuovamente rivoluzionata con, a sorpresa Moore, in campo (dopo le voci di un sicuro addio in settimana) e con Avramov fuori dalle rotazioni; i cambi, però, di coach Esposito, non hanno dato i frutti sperati visto che si è assistita alla solita Juve che in certi momenti del match è uscita letteralmente dal campo, spianando la strada agli avversari. E così già alla fine del primo quarto il tabellone diceva Avellino +12, con gli uomini ndi Vitucci che erano bravi a non rilassarsi e ad incrementare il vantaggio nel corso del secondo parziale dove i lupi ritornavano negli spogliatoi con una dote di 15 punti di vantaggio (44-59). Gli sprazzi della Juve illudevano solamente il pubblico accorso in gran massa al Palamaggiò ma i bianconeri riuscivano a portarsi al massimo sul -10 salvo poi lasciare strada nuovamente agli ospiti con veri e propri regali natalizi consegnati con un giorno di ritardo (ma pur sempre graditi dagli avversari). Coach Esposito ha cambiato ben tre play con risutati assolutamente deludenti; ha giocato con quintetti piccoli per arginare la velocità degli esterni irpini, ma senza esito; purtroppo ha avuto anche la sfortuna di contare sul peggior Young della stagione autore di 13 punti ma con un impietoso 2/10 nel pitturato, con la stella casertana che sembrava vagare sul campo senza senza alcuna motivazioni e che a tratti è sembrato vermanete irrtitante. Se si pensa che i migliori realizzatori tra gli uomini dic asa, sono stati Antonutti (con 18) e Tessitori (11) entrambi usciti dalla panchina, è chiaro quale sia stato l’approccio (purtroppo sbagliato) della squadra al match; ovviamente se poi devi rincorrere per tutto il match, giochi poco sereno, in quanto si esaurisce il margine di errore. Il linguaggio del corpo pare dire che la Juve sia rassegnata al peggio; la stagione permette ancora di rimettere le cose a posto ma la testa dei giocatori non sembra pensarla così. Ed all’orizzonte la doppia, tremenda, trasferta a Sassari e Reggio Emilia non aiuterà, certamente ad aiutare e rassenerare l’ambiente.

(Pasquale Della Volpe) - Seconda vittoria consecutiva per la Pasta Reggia Caserta che sconfigge la Virtus Roma al termine di un match brutto sotto il profilo dello spettacolo ma assolutamente intenso e chiuso con un punteggio bassissimo (54-53 il finale). Per la Juve il match aveva una importanza vitale dal momento che bisognava dare continuità al primo successo stagionale e portare a casa altri due punti per potersi rilanciare in classifica (adesso Pesaro, che è uscita sconfitta contro Brindisi, è distante solamente due punti); una vittoria in cui ha fornito un validissimo contributo il neo acquisto Domercant; l’ex Siena che è arrivato all’ombra della Reggia solamente giovedì, dopo un primo tempo in cui ha pagato la scarsa conoscenza con il nuovo gruppo (ma anche le non perfette condizioni fisiche visto che proveniva da un lungo periodo di stop), si è preso la squadra sulle spalle nel terzo quarto fornendo i punti necessari per la rimonta che ha portato la Juve dal -14 incassato a pochi minuti dalla fine del terzo quarto (32-46) sino al sorpasso sul 48-47, assolutamente impensabile sino a poco prima data la pochezza offensiva mostrata dagli uomini di coach Esposito. A dare una mano ai padroni di casa ci si è messo anche un bruttissimo ultimo quarto giocato dai capitolini che negli ultimi dieci minuti di gioco hanno realizzato la miseria di soli 6 punti con un solo libero realizzato nei primi sei minuti del quarto, con Jones e Gibson, sino a quel momento, veri mattatori per gli ospiti, letteralmente spariti dal campo. Con i due maggiori realizzatori che si inceppavano improvvisamente, gli uomini di Dal Monte, perdevano tutte le loro certezze, mentre la Juve, dopo aver visto letteralmente il baratro trovava la forza di reagire, grazie anche ad uno stupendo Michelori che sebbene menomato, ha giocato una partita da vero gladiatore chiudendo, addirittura in doppia cifra (10 punti realizzati), dietro Domercant (migliore relizzatore con 13 punti e 18 di valutazione). Anche stasera, però, la Juve ha avuto dei prolungatissimi passaggi a vuoto (basti pensare che nel solo primo quarto erano stati messi a referto la miseria di 7 punti) che fortunatamente non ha pagato solo perchè gli avversari non sono stati da meno; contro avversario più in palla, stasera il match sarebbe durato veramente poco. Nel primo tempo, infatti i bianconeri hanno sofferto la maggiore fisicità a rimbalzo degli ospiti che schieravano ill neo acquisto Ebi (già visto ad Avellino) che fortunatamente non ha inciso; nella ripresa , o meglio negli ultimi 13 minuti del match, i bianconeri sono riusciti a mostrare quel carattere troppe volte smarrito nel corso dei precedenti match grazie al quale la squadra è rimasta aggrapata al match, sopperendo anche al gap fisico con gli avversari (alla fine la Juve ha catturato addirittura più rimbalzi) mettendo pressione ad un Acea che forse sentendosi già padrona del match, nell’ultimo quarto ha pagato il ritorno dei bianconeri. I due liberi di Antonutti e la palla recuparata in difesa a 7” dalla fine hanno messo il sigillo su di un match che apre un nuovo campionato per la Juve, sempre di rincorsa, sempre di sofferenza, ma con la consapevolezza di poter dire la propria sino alla fine.

( di Pasquale Della Volpe)- Nella difficilissima trasferta in terra sarda contro la Dinamo Sassari, la Pasta Reggia Caserta non riesce nell’impresa, uscendo sconfitta per 95-84. Nonostante la sconfitta, però, coach Esposito trarrà ottime indicazioni dalla prestazione della squadra che ha saputo tenere testa per quasi tutto il match contro una formazione ben più quotata e che quest’anno ha anche giocato l’Eurolega. Il tutto nonostante i bianconeri abbiano dovuto fare a meno di Young, non convocato per problemi fisici; proprio l’assenza del giocatore di maggior talento, ha sembrato responsabilizzare la squadra che ha giocato con buona personalità riuscendo a tenere testa ai padroni di casa per circa 35’ frustrando ogni tentativo di allungo da parte dei ragazzi di coach Sacchetti che hanno letteralmente crivellato il canestro bianconero a suon di triple con Logan e Todic che sembravano vedere il canestro grande come una vasca da bagno. Ben 17 i canestri messi a segno dai padroni di casa dall’arco con il bosniaco che ne infilava addirittura 5 (alla fine saranno 18 i punti messi a referto) seguito dal play (miglior realizzatore dei suoi con 22 punti) con quattro triple messe a segno. Ma nonostante la serata di vena dei biancoblu, i ragazzi di coach Esposito hanno risposto mostrando grande personalità e nessun timore reverenziale, dimostrando di non meritare affatto lo zero in classifica e giocando con uno spirito di sacrificio non sempre visto all’ombra della Reggia quest’anno. Basti pensare che tutti i giocatori schierati da Esposito sono andati a referto a dimostrazione che la squadra ha mostrato ottime trame in fase offensiva; qualche problema resta in fase di non possesso dove (come contro Avellino) la Juve ha concesso spesso tiri in solitudine agli esterni biancoblu che fanno delle azioni veloci e del tiro dall’arco le proprie armi principali e che alla lunga hanno sfruttato le pause che i bianconeri si sono concessi in fase difensiva. A differenza della gara contro Avellino, dove la Juve si era, in pratica, sfaldata alla prima difficoltà, questa volta la Juve ha saputo reagire al primo tentativo di allungo di Sassari che, pronti via, si portava subito sul 19-10 e così a tutti quelli perpetrati successivamente (42-32), tanto da chiudere il tempo in svantaggio di sole cinque lunghezze (52-47). Nel secondo tempo, dopo che coach Esposito era riuscito a mettere il freno a Dyson (vero e proprio mattatore nei primi venti minuti), sono saliti in cattedra Logan e Todic che hanno piazzato la spallata decisiva al match; la Juve non riusciva a reagire anche perchè vedeva calare le proprie percentuali dall’arco (assolutamente rispettabili a metà gara) ed era così costretta a alzare per la tredicesima volta, bandiera bianca. Ma è proprio dalla prestazione offerta in terra sarda che la Juve deve ripartire per cercare la via della salvezza, umiltà, spirito di squadra e carattere; tutte qualità che se immesse nei match più alla portata dei bianconeri, consentiranno di muovere finalmente la deprimente classifica. Coach Esposito può contare su undici giocatori intercambiabili tra loro ed in grado di competere con chiunque in questo csmpionato più Young che se ha volgia di mettersi a disposizione della squadra (giocando meno da accentratore) potrà consentire quel salto di qualità che ci si aspetta da inizio campionato.

(di Pasquale Della Volpe)  Al giro di boa del campionato, la Pasta reggia Caserta si scrolla di dosso il desolante zero in classifica portando a casa il primo successo di questa stagione contro la diretta concorrente per la lotta salvezza, quella Consultinvest Pesaro che la precedeva in classifica e contro la quale occorrerà fare la corsa per evitare l’ultimo posto. Una vittoria molto più agevole di quanto dica il risultato finale (80-73) dal momento che la Juve ha condotto per tutto il match raggiungendo anche vantaggi di oltre i venti punti, vantaggio che ha poi dissipato giocando una bruttissima pallacanestro negli ultimi 180” quando la squadra di coach Esposito si trovava sopra di 15 (79-64) subendo un parziale di 9-1 più che per suoi demeriti che per meriti degli avversari 8apparsi ben poca cosa). Ed è questo l’unico rammarico nella prima serata di festa bianconera di questo torneo, ossia quello di non aver portato a casa il match con un divario più ampio visto che le due squadre si ritroveranno proprio nell’ultima giornata della regoular season in uno scontro che potrebbe essere drammatico all’Adriatic Arena. La Juve ha sempre condotto il match, dal primo all’ultimo minuto, dominando nel primo tempo, dove è riuscita a costruire quela margine che le ha permesso di scavare un solco importante tra se e l’avversaria. Fiondamentale un parziale di 10-0 piazzato all’inizio del secondo quarto che ha consentito ai bianconeri di raggiungere un vantaggio di 15 punti (dopo che il primo parziale si era chiuso con la Pasta Reggia in vantaggio di 5, sul 21-16) portato in dote sino alla sirena di metà tempo (41-26). Nel terzo parziale la Juve riusciva a dilatare il punteggio portandosi anche sul +21 (61-40) grazie anche alla buona vena di un Capin alla sua prima partita convincente da quando veste i colori bianconeri (19 per lui, high scorer dei padroni di casa) e di un Michele Vitali finalmente ai suoi livelli, dopo la bruttissima prestazione della scorsa settimana (16 per lui i punti messi a referto). Da quel momento in poi la Juve (che comunque non stava facendo chissà quale grande match) si è seduta permettendo ai ragazzi di Dell’Agnello che (Ross a parte) hanno dimostrato serie difficoltà a confrontarsi con un livello quale quello della Lega A (ma siamo sicuri che Pesaro da qui alla fine cambierà volto, iniziando dal nuovo play che sarà a disposizione del coach già la prossima settimana) di ridurre lo scarto entro limiti assai dignitosi per quello che si è visto in campo e ciò, come detto anche nell’ottica del doppio confronto. Dal canto suo caserta ha, forse, pagato, la paura di vincere che in più di un’occasione quest’anno ha fatto girare le partite in danno dei bianconeri per cui la flessione finale può essere comprensibile. Ciò che contava, in fondo era smuovere la classifica ed averlo fatto in quello che era da tutti considerata l’ultima spiaggia, riteniamo possa dare morale sia alla squadra ma anche alla società in vista dell’ultimo visto di mercato da spendere, speriamo, nel migliore dei modi.

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