Il Vangelo della Domenica
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 La grande preghiera del Prefazio di questa Solennità, tra riga e riga, ci da il senso della Liturgia che oggi celebriamo,unendo in un unico il nostro  omaggio i Santi, nostri fratelli che già fanno parte della Chiesa Trionfante. “Oggi ci dai la gioia di contemplare la città del Cielo, la Santa Gerusalemme che è nostra madre, dove l’assemblea festosa dei nostri fratelli glorifica in eterno il tuo nome.”                                                                                                           Una scenografia stupenda al nostro sguardo e apre nel contempo il nostro cuore alla speranza che la nostra umanità redenta,unita a Cristo, ha preso possesso del Regno dei Cieli. E , mentre il nostro sguardo si illumina,il nostro cuore si apre alla gioia della condivisione,e ci sentiamo spinti,come continua il Prefazio ..” ad affrettare nella speranza il nostro cammino.”

Dinanzi a questa “immensa moltitudine che nessuna poteva contare”, che si staglia nella visione dinanzi agli occhi del veggente di Patmos, ci viene da capire che davvero essa si è formata alla virtù, che ,a dire  del Salmo 23,”..ha cercato il volto di Dio e si è illuminata alla sua luce.” E spingendo l’occhio dello spirito in questa moltitudine vi troviamo gente di ogni razza, di ogni categoria,a conferma che la santità non è una vocazione di eccezione,ma una vocazione della normalità. Tutti possiamo e dobbiamo essere santi,ed  è lo stesso nostro Padre Celeste  a suggerirci di misurarci con lui,perchè lui è santo!

La ricetta della santità,oltre a scoprirla in Cristo, modello di ogni santità, la percepiamo anche in modo diverso nei nostri fratelli giunti già alla meta. Ma  è  Gesù stesso ad offricela nel Discorso della Montagna,con le Beatitudini, che la Chiesa  ci proporne oggi nella Liturgia della Parola.

Ma chi sono i Santi?                                                                                                                                                                         

Sono i “poveri in ispirito”,coloro che hanno vinto la tentazione dell’avere,e si sono misurati nella vita con l’essere di Cristo.                                                                                                                                                                               Sono i “ miti e i misericordiosi” che  non hanno mai fatto accendere nel proprio cuore la luce dell’orgoglio,e hanno teso sempre la mano del perdono,ungendo il loro cuore con l’unguento della misericordia.                                                                                                                                                                                      

Sono i “puri di cuore”,, cui occhi ,immersi in quelli di Cristo,hanno attinto quella luce che ha reso trasparente il loro cuore e i loro sentimenti.                                                                                                                                         Sono  anche  quelli che hanno “sofferto e pianto”,ma hanno offerto le oro lacrime e il loro dolore come perle al cuore di Dio .                                                                                                                                                                                                                                          

Sono   i tanti”perseguitati della storia”,incompresi, calunniati, giudicati, condannati,ma che, come Cristo, hanno saputo salire il Calvario, spesso nella solitudine, ma sempre con il cuore libero da ogni sentimento che non fosse di perdono per  i propri persecutori.                                                                                                                     

I Santi sono quelli che hanno incarnato le Beatitudini,unendo la loro vita a quella di Cristo,legandosi ,  nel percorso esistenziale, non a valori effimeri, ma a quelli che durano ,che vanno oltre tempo, investendo  i loro capitali  nella banca del cielo,    certi di avere  alti interessi  per l’eternità.

 

Esiste una sola tristezza nel mondo:quella di non essere santi!(Leon Bloy)

Commento di P. Pierluigi Mirra passionista

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