EDITORIALI
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Roma - "I partiti cercano di addossare al M5S la responsabilità dello sfascio del Paese dopo aver inciuciato per 20 anni e sorretto insieme il governo di Rigor Mortis alla luce del sole. In campagna elettorale il nostro slogan è stato "Mandiamoli tutti a casa!" e per questo il M5S è stato votato da più di 8 milioni di italiani. Nel Non Statuto e negli impegni sottoscritti dai neo parlamentari del M5S sono esclusi in modo categorico accordi con i partiti. Per quanto mi riguarda non ci sarà alcun referendum interno per chiedere l'appoggio al pdmenoelle o a un governo pseudo tecnico. Se in futuro fossi smentito da un voto di fiducia dei gruppi parlamentari del M5S a chi ha distrutto l'Italia, allora, pacatamente, serenamente, mi ritirerò dalla politica." 

E questa volta, a scanso di equivochi, il suo post Beppe Grillo lo ha firmato.  Dunque, macchina indietro. O, meglio: chi ha pensato, sia pure per un istante, sia pure sapendo di essere in minoranza, sia pure con il buon proposito, che alla fine c’è un’Italia che al di là dei giochi di potere di partiti e movimenti, deve essere governata, perché la situazione è grave e perché chi ha votato M5S alla fine si attende pure che qualcosa sia fatta, deve rassegnarsi e rientrare nei ranghi se non vuole rischiare di trovarsi fuori dal Movimento.

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