Quasi tutte le biografie dei più celebri compositori del sette-ottocento sono punteggiate da storie di povertà e di solitudine, per Brahms, ove si eccettui il periodo della prima gioventù passato a suonare il piano in locali di quart’ordine, la povertà non ebbe mai gran peso. A partire dal 1883, anno della morte di Wagner, egli venne universalmente considerato il primo musicista vivente, e le società concertistiche tedesche si disputavano a peso d’oro le sue opere. Anche prima di allora la sua attività di pianista e di compositore gli aveva reso bene, consentendogli di accumulare una cospicua fortuna. Uomo di grande generosità, Brahms fece partecipi delle sue ingenti sostanze familiari e amici (la famiglia Schumann, in particolare, beneficiò del suo supporto durante i lunghi anni della malattia di Robert). Se dunque la povertà non diede mai a Brahms autentiche preoccupazioni, lo stesso non si può dire della solitudine. La figura del genio appartato, che vantava a Vienna una lunga tradizione, da Beethoven a Schubert, a Bruckner è paradigmatica per la vicenda di Brahms. La gente che lo vedeva passare da solo, il viso corrucciato e le mani dietro la schiena, intento a rimuginare qualche invenzione armonica, non poteva fare a meno di paragonarlo a Beethoven. La sua non fu tuttavia una solitudine del tutto priva di amici; anzi, Brahms ne possedette in gran numero. Sia in casa, sia nella locanda Ro-the Igel (ll porcospino rosso), Brahms fu sempre circondato da amici e da allievi. La vita di compagnia gli piaceva proprio perché serviva a scacciare la sua naturale tendenza alla malinconia. Dove egli soffrì maggiormente fu però nel rapporto con le donne. Durante il corso di tutta la vita non riuscì mai a trovare con l'altro sesso un rapporto che fosse costruttivo e duraturo. Lui stesso ne era ben conscio e ne attribuiva la colpa alle esperienze vissute in gioventù nei quartieri malfamati di Amburgo (città che aveva i costumi umani caratteristici degli scali portuali). In un momento di abbandono, da vecchio, Brahms raccontò a un amico alcuni degli spettacoli poco edificanti cui aveva assistito da bambino: “Ecco qual è stata la prima impressione che ho avuto della donna”, concluse, “e tu pretendi che io le rispetti come le rispetti tu?”. I suoi effettivi rapporti con l”altro sesso si riducevano così a quelli con le donnine di piccola virtù che aspettano clienti nelle bettole. Un biografo racconta che una volta, negli anni fra il 1880-89, il celebre musicista dalla barba bianca entrò in un caffè di dubbia fama insieme con lui. Una prostituta, informata su chi fosse quel distinto signore, gli si avvicinò per chiedergli di sedersi al piano: “Herr Professor, ci suonerebbe un pò di musica da ballo?”. Con grande meraviglia , quel musicista che tutto il mondo venerava, in luogo di offendersi per la richiesta impudente, si diede da fare per intrattenere la compagnia con mazurche e valzerini... Per Clara Wieck, moglie e poi vedova dell’amico Robert Schumann, Brahms nutrì i sentimenti più teneri. Qualche storico della musica sostiene essersi trattato più di «amicizia amorosa» che di passione vera e propria. Naufragata la possibilità di unirsi stabilmente alla vedova Schumann (la quale fu una delle più celebri pianiste, compositrici e didatte di tutto il XIX secolo), le sue storie successive si ridussero a idilli. Tale fu quello dell”estate 1858 con Agathe von Siebold, la donna che gli ispirò il famoso Lied Ewige Lieke (Amore eterno) Op. 43 n. 1. La Siebold è «ricordata» anche nel SESTETTO PER ARCHI OP. 36 , in cui nel primo tempo l”autore inserisce un tema sulle note la, sol, la, si, mi che, in tedesco, corrispondono al nome dell'amata: A G A.(T) H E. Altri idilli furono quelli per le cantanti Herminie Spies e Alicia Barbi. La prima, ch`era un'allieva di Stockhausen, vecchio amico del compositore, fu la sua ispiratrice in occasione della composizione della Terza Sinfonia, mentre l’Italiana Barbi era una cantante di Lieder e Brahms si prestò a farle da accompagnatore pur di aiutarla nella carriera. A 36 anni il compositore si era innamorato perdutamente della terza figlia di Clara Schumann, Giulia, di tredici anni più giovane di lui. Già quando la fanciulla era adolescente le aveva dedicato alcune composizioni, ma ora la chiamava scherzosamente «la mia fidanzata». A lei intitolò il LIEBESLIEDER VALZER OP. 52 : una scoperta dichiarazione d’amore. Il sogno svanisce comunque presto. Giulia Schumann, che pur intuendo il sentimento del vecchio amico della mamma non lo aveva mai condiviso né minimamente incoraggiato, si sposa con un aristocratico italiano. Così, Brahms invecchiò come il classico scapolo: sempre più solo nella sua casa. Una delle sue ultime immagini ce l’ha lasciata il collega Gustav Mahler, che andò a visitarlo nella casa di campagna della stazione termale di Bad lschl, durante l’estate 1896. L’episodio venne raccontato da Mahler all’allievo Bruno Walter ed è da qui riferito nella sua autobiografia. Dopo aver cercato di far conversazione con un uomo ormai stanco e malato (Brahms sarebbe morto di lì a pochi mesi), il compositore-direttore boemo si accomiatò. Giunto sulla porta si volse e vide il vecchio dalla barba bianca in piedi in cucina. Da una padella di ghisa aveva preso un pezzo di salsiccia e un tozzo di pane e si era messo a mordicchiarli. La luce fioca della sera conferiva a quel pasto frugale un forte alone di malinconia. La luce che svaniva era anche quella di una vita giunta ormai al tramonto. Solo, malato, anche il grande Brahms, l’erede di Beethoven, era ormai poca cosa. Con il fatalismo disilluso che sempre lo contraddistingueva, Mahler così commentò la scena al suo allievo: “ …tutto è vanità..”.
I suoi capolavori
REQUIEM TEDESCO , DANZE UNGHERESI, SINFONIA N. 1 , SINFONIA N. 2
CONCERTO PER VIOLINO E ORCHESTRA , CONCERTO PER PIANOFORTE E ORCHESTRA N. 1
CONCERTO PER PIANOFORTE E ORCHESTRA N. 2 , VARIAZIONI SU UN TEMA DI HAYDN ,
DOPPIO CONCERTO PER VIOLINO E VIOLONCELLO , ACADEMIC FESTIVAL OVERTURE ,
OUVERTURE TRAGICA , PIANO QUINTETTO OP.34 , QUINTETTO CON CLARINETTO , PIANO QUARTETTO N. 1
CELLO SONATA N. 1 , RAPSODIA OP. 79 PER PIANOFORTE , SESTETTO PER ARCHI OP. 18 ,
PIANO SONATA N. 3 , SONATA PER VIOLINO E PIANOFORTE N. 1 , PIANO TRIO N. 1 ,
VARIAZIONI SU UN TEMA DI PAGANINI , SONA TA PER VIOLINO N. 3 , NANIE , PIANO QUARTETTO N. 3 ,
SCHERZO SONATA F.A.E. , BALLATE OP. 10 , CELLO SONATA N. 2 , QUARTETTO D'ARCHI N. 3 ,
QUINTETTO PER ARCHI N. 1 , PIANO TRIO N. 2 , PIANO SONATA N. 2 , STRING QUINTETTO N. 2 ,