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( Enzo Toscano ) Copio così come sono tutti i dati sulla base delle dichiarazioni 2011 (fonti ufficiali del Ministero delle Finanze riferite al 2010), dove il detto Dipartimento delle Finanze ha fotografato la situazione reddituale degli italiani. Stando ai dati ufficiali, il reddito medio dei lavoratori dello Stivale è pari a 19.250. Ciò che più incuriosisce (e mi fa lievemente venire i crampi allo stomaco), al di fuori delle medie, è come questo si distribuisce in maniera che non temo a definire ridicolo tra gli italiani: pochissimi ricchi, pochi benestanti, moltissime persone che riescono a malapena a barcamenarsi e una parte non irrilevante di cittadinanza che invece crolla economicamente a metà mese. A sorpresa, poi, sempre dai dati in possesso del Ministero, risulta che gli imprenditori italiani guadagnano meno dei dipendenti. Le dichiarazioni dei redditi italiane riservano anche qualche sorpresa. Per esempio, analizzando i dati nel dettaglio si scopre che il reddito medio dichiarato dagli imprenditori (18.170 euro) è più basso di quello dei lavoratori autonomi (41.320 euro) e anche dei dipendenti (19.810 euro). Per le statistiche ufficiali, gli imprenditori stanno poco meglio dei pensionati, il cui reddito medio si ferma a 15mila euro. E sì, cari amici. Era da diverso tempo che tenevo d’occhio l’arcigna contessa Azzurra Girelli Mazzanti-Dellavecchia la quale, dopo essersi fatta lasciare nei pressi dall’autista, si recava tutti i giorni a pranzo alla mensa della Caritas; lo stesso faceva il Megadirettore GranCostruttor Ing. Dott. Ottone Liberalacasa che addirittura si portava a casa una busta con gli avanzi per poter cenare. Chi invece preferiva affogare nell’alcool i dispiaceri economici erano il Gran Direttor delle Cliniche Riunite Cav. Dott. Felice Colica, il Presidente Generale dei canili Associati Dott. Bracco Baldo, il Grand’Ufficial Amministratore generale delle Scuole Guide Congiunte Archit. Guido Maluccio, il noto politico locale Felice La Pippa con la propria consorte di origine greca, la nobildonna Mika Teladògratis, il Dirett. del giornale locale Primo Falso, ed il Magistrato in pensione Dott. Massimo Della Pena; altresì ormai vicini al collasso psicofisico per le privazioni, erano l’Amministratore Unico dei Giochi e Lotterie, il Prof. Cav. Natale Tombola, ed il noto playboy Fedele Consorte. Tutti accomunati da un unico problema quotidiano, quello di poter coniugare il pranzo con la cena e poter sfamare la propria famiglia, nel contesto di una vita dura e grama fatta di enormi sacrifici e privazioni. Però non erano assolutamente sfuggiti al mio occhio vigile, la vita allegra, spensierata e godereccia che noti personaggi locali conducevano, alla faccia dei più elementari crismi di fratellanza e carità; tra i più scatenati negli ozii e nei bagordi erano i noti disoccupati Giuseppe Agonia con la fidanzata Vita Migliore, il custode aggiunto del locale cimitero, tale Santo Campo. Addirittura si malignava anche sul bravo parroco della Chiesa dell’Addolorata, don Massimo Conforto. A prima vista, i più accaniti nello spendere e nello spandere si contavano tra le categorie dei pensionati e dipendenti precari, tra cui spiccava l’aiutante vicebarbiere Felice Forfora con la sua amante clandestina ucraina di incerta professione, tale Vagina Seminova. Naturalmente miei cari amici, a Vossignori tutto ciò pare contro natura e naturalmente anche a me tutto questo pare il mondo all’inverso, ma non è così. Pensate, l'evasione fiscale è diventato uno degli sport più praticati dagli italiani al punto che anche i morti evadono il fisco tumulandosi da soli. Il cameriere é più ricco del padrone del bar, il muratore è più ricco dell’ingegnere, l’ometto delle pulizie del padrone della catena degli Hotel, il portantino del barone, l’operaio precario del padrone. Ma questi numeri non sono poi che il risultato matematico di una realtà che tutti conoscono, ma che in egual misura fanno il verso della meraviglia per rigettare in virtù delle ovvie ragioni di tornaconto. Siamo o non siamo il più grande Paese di furbastri, figli e nipotini di Machiavelli e del “fine che giustifica i mezzi”, abituati a coniugare il verbo essere solo alla prima persona : io Sono ! C’è da farsi cadere tutte le braccia (anche quelle che non si hanno) dallo sconforto, sapendo che nulla cambierà perché enormi sono gli interessi socio-politici che hanno impedito, impediscono ed impediranno sempre tutte le riforme per un fisco equo in una società possibilmente a misura d’uomo. Il benessere non si divide, soprattutto quello costruito sugli imbrogli e sulle infinite truffe grandi e piccole, sullo scambio truffaldino e sugli egoismi soggettivi ed oggettivi. Pessimista ? Assolutamente no. Semplicemente realista! Personalmente cambierei i valori della scala degli esseri viventi, dove metterei al primo gradino la razza animale al posto di quella umana, visto che tra le bestie della stessa razza vige un severo ed immutabile codice di reciproco aiuto, cosa semisconosciuta tra i viventi soprattutto quando si tocca quella parte vitale che si chiama “tasca”. Finanche il tirchio Paperon de' Paperoni si muove a compassione molte volte verso lo sfigato Paperino … E tutto dire … Comunque non disperate. Il nuovo governo lavora alacremente per noi. Sperate, però vi consiglio di mettetervi comodi, perché ho l’impressione che ci sarà da aspettare molto. In attesa BUONA PASQUA (quella di quest’anno …)

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