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(Enzo Toscano) Primavera, è tempo di migrare. I sensi si svegliano disordinatamente dal letargo invernale; con l’estate ormai sull’uscio di casa incombe il fatidico e temutissimo momento della famigerata “prova costume”, e lo specchio di casa, finalmente illuminato dai primi raggi di sole, riflette implacabilmente la tua immagine. “Specchio, specchio delle mie brame, chi è la (o il) più bella del reame ?” - “ Certamente non tu ! ” è la malvagia e spietata risposta dell’infido specchio. Immediatamente ed atrocemente si illuminano nella tua mente tutte le ingorde nefandezze che hai perpretrato nell’inverno appena alle spalle: dalle confezioni in offerta famiglia del gelato da dieci chili famelicamente strafogato, alle piramidi di Ferrero Rochers grandi come quella di Cheope, salcicce e friarielli, megapizze con fritture miste di pesci atlantici, impepate di cozze e lasagne al ragù a dieci strati, una fila all’infinito di cornetti alla nutella, panettoni farciti con una serie di stranissime creme che nemmeno i Carabinieri dei Nas saprebbero decifrare ed ingurgitati a otto mani, alle centinaia di allegri conviviali in trattorie economiche dove con dieci euro ti ingozzi fino al collasso, e porti pure il pacchetto a casa, e dove non mancano mai il lardusciello e le melenzane sott’olio, sino al leggerissimo Casatiello “nzogna, pepe e cigole”. Hai un terrore biblico a farti le analisi del sangue, ben sapendo che esse troverebbero nelle tue vene solo colesterolo allo stato puro, seppur con lievissime tracce di sangue. Allora via, idealmente allo sparo dello starter come alla maratona di New York, in tutti gli angoli d’Italia tra alberi, siepi, arbusti e boschetti, sentieri impervi, parchi e riserve protette, giardini, giardinetti e pascoli di ovini, ma anche in mezzo al traffico delle superstrade, milioni di esseri umani nelle più variopinte fogge e abbigliamenti sportivi, iniziano a correre a destra ed a manca, sbuffando come vecchie locomotive che arrancano in salita o rotolano in discesa per potersi presentare, non con la coscienza pulita davanti a Nostro Signore, ma senza rotoli di ciccia nelle tanto ambite spiagge, ed attirare (o almeno sperare) lo sguardo concupiscente e lussurioso degli immancabili malatoni ivi presenti, o della assidua nobildonna energicamente bramosa, seppur già da moltissimi anni con vitalizio di vecchiaia e ricordi della monarchia sabauda. E’ quasi ora di dover mettere in mostra il proprio fisico più o meno bestiale, anche se tutto ciò può diventare, per molti, fonte di misteriose turbe psichiche. Singoli, in coppia o a gruppi, la variopinta umanità corre e si incrocia; chi elegante nella nuova tuta di marca prestigiosa (che peccato bagnarla di sudore), chi volutamente elegante nell’abbinamento tra pantaloncino (attillato), maglietta (aderente), scarpe, fascia scaldamuscolo e sottile biancheria intima che balza voluttuosamente e sensualmente (nulla è lasciato al caso) in bella vista anche ad un cieco di guerra con accompagnamento; c’è quello “Modello contestatore anni ‘68” con pantaloncini vissuti e scoloriti, e maglietta più unta di quella di un meccanico. La moda adesso impone di portare al braccio artifici tecnologici per misurazione di frequenze, passi e quant’altro, il tutto cadenzato dalla musica assimilata con “nonchalance” dalle cuffiette dell’Mp. Tutti insieme fanno immensa tenerezza con quell’aria da ex atleti o padroni della materia, avendo secondo loro calcolato il tutto al secondo, anche quando arrancano in una impresa titanica, molto più grande della loro reale possibilità fisica, pericolosamente vicini ad un arresto cardiaco più che ad un record rionale. Sono arcisicuro che quelli veramente padroni della situazione sono una esigua minoranza confusi nella massa, mentre la maggioranza resta intimamente vogliosa di “Apparire più che Essere”, per cui si rincorre forsennatamente la forma fisica, la figura longilinea pre-anoressica, più per soddisfare l'occhio proprio ed altrui, piuttosto che per effettivi e validi motivi di salute. In questa nostra società sempre più spesso l'intelligenza é rinchiusa a chiave, sostituita dall'istinto chiamato dai sociologi "Apparire a tutti i costi". Inutile dire che dimagrire significa perdere grasso, non peso, e che gli specialisti consigliano un tranquillo jogging per massimo 40 minuti; invece li vedi sempre con il viso distrutto, fradici di sudore e prossimi al crollo fisico sulle orme del grande Dorando Pietri. Sopratutto il gentil sesso, dispiace dirlo, con l'arrivo delle bella stagione e della terrificante prova "costume da bagno", é assalita dall'angoscia, per cui sotto con le palestre, diete da sciamani, corse all'impazzata tra strade e sentieri. La ciccia in più è diventata per molti una sorte di maledizione divina. Sia ben chiaro e non ci sono dubbi: praticare jogging con intelligenza fa vivere molto di più; la lista dei suoi effetti positivi sull’organismo è lunghissima: favorisce il ricambio di ossigeno da parte dei tessuti, innalza il colesterolo buono Hdl e abbassa i trigliceridi, fa diminuire la pressione del sangue, ottimizza la funzione cardiaca, aumenta le difese immunitarie, riduce alcune infiammazioni, previene l’obesità e migliora le funzioni psicologiche. Ma una persona è grassa non solo perchè mangia troppo, ma perchè spesso è l’ambiente che lo circonda che l’ha portata a diventarlo. Poi, con il passare del tempo, se la famiglia ha sbagliato a calibrare l’alimentazione, cresci troppo e diventi sempre più grasso. E allora cosa succede? Che i tuoi famigliari, che finora hanno passato la loro vita a riempirti come una lasagna di periferia, iniziano a guardarti con la faccia con cui si guarda un escremento di cane incastonato nella suola della propria scarpa, rendendoti succube dei sensi di colpa. Sogni allora essere Big Jim con quell’espressione che trasuda intelligenza, bellezza e fisico scultoreo da Bronzo di Riace, mentre il gentil sesso spera poter rivivere in proprio i fasti delle bagnine di Baywatch. I visi matidi di sudore degli atleti del finesettimana, sono lo specchio della profonda sofferenza fisica di taluni, che impongono a loro stessi sforzi e sofferenze alla stregua dei “Millenari”, figure emblematiche dell’oscuro medioevo che imponevano il Cilicio al proprio corpo, mortificando i propri sensi, fustigandosi a sangue con la frusta chiamata non a caso “Disciplina”. E giù via a rotta di collo nella speranza che, tornando a casa, lo specchio, stavolta benevolo e compassionevole, possa riflettere una immagine più filiforme e rassicurante. Ma sommessamente, detto tra noi, al netto dei disastri che la crisi economica ci riserverà tra non molto, per cui molti saranno ridotti all’indigenza ed alla vera e propria fame, alla faccia della dieta a punti, grazie a Merkel, Fornero e BCE, (ma questa è un’altra storia …), vuoi mettere un bel sorriso in un volto pieno, che ti dona gioia di vivere, con quello mortifero di un volto emaciato, scavato, spigoloso, modello Freddy Kruger nei film dell'orrore Nightmare, dal quale scapperesti a rotta di collo, non senza prima aver fatto il segno della croce e versato tutto intorno acqua benedetta. Ma poi, o miei prodi rubacuori, senza apparir troppo maschilista, in un tram, il vostro posto, a chi lo cedereste volentieri, ad una donzella a cui la Natura ha regalato con abbondanza ogni ben di Dio, o ad una seppur simpatica ma macilenta e scheletrica essere vivente … (ovviamente sempre che quest’ultima non sia in preda a capogiri dovuti alla fame). Ma voi immaginereste mai la grande simpatia di Ollio, Aldo Fabrizi, con una corporatura da bonzo affamato, o il grande Pavarotti intonare “Nessun Dorma” sfoderando un fisico uguale all’onorevole Fassino, o se siete di destra l’on. Ghedini. Ma dai, su, non prendiamoci in giro …

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