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(Antonia Luiso) - Mi limito a chiedermi come ci si possa arrogare il diritto di disporre di un bene dell’umanità e farne un uso squisitamente privato e, nel mentre, aborro. Di cosa parlo? Ma di Sua Altezza Serenissima, Papa Benedetto XVI, e della geniale intuizione di cedere, senza ombra di cipiglio, un disegno a sanguigna che rappresenterebbe un proto-progetto, una messa su carta evidentemente mai realizzata della Basilica di San Pietro. Per inciso, la succitata e pregiatissima bozza è piombata nelle mani dei principi monegaschi appunto qualche giorno fa, che, senza lasciarselo ripetere due volte, pensarono bene di appiopparsi l’ennesima genialità tutta italiana. Venne decretato che la Chiesa ne disponesse come bene privato? Venne stabilito che la Città del Vaticano potesse goderne l’usufrutto, libero arbitrio? Quando? Da chi? Perché non ne so niente? Attendo illuminanti risposte. Il fatto è questo: ammesso e non concesso che la sanguigna in questione risiedesse in loco, il Papa, in quanto semplice capo di Stato, ha davvero tanto potere da poter deliberare, individualmente, autonomamente, e per autonomamente intendo, nel caso specifico, “che si detta legge da sé”, in merito alla collocazione di un bene di tale portata storico-socio-umano-culturale, stabilendo addirittura che qualcuno ne divenisse il proprietario? Sulla falsariga di questa linea di pensiero, evapora ipso facto il concetto di bene culturale, alias dell’umanità.. E siamo alle solite. A questo punto, lasciamo pure che la Marciana diventi il comodo salottino di qualche facoltoso emiro, o che magari il Colosseo si adibisca a golf camp di ignari e ignoti regnanti esteri. Il principio è lo stesso. (Impetro perdono alla Marciana e al Colosseo..) Con questo non voglio intendere che l’Alberto e la Charlene utilizzeranno il retro della sanguigna per appuntarci la lista della spesa, quantomeno me lo auguro!, ma resta che ora quella Carta incommensurabile è, di fatto, una proprietà privata dei principi, e se anche questi decidessero di darla in pasto al cagnolino di corte, nessuno avrebbe il diritto di opporre resistenza. ..o forse sì? E come avrebbe detto il buon caro Kant, svegliamoci dal sonno dogmatico, popolo d’Italia, e riprendiamoci ciò che è nostro! (Credo di dover ammettere che Kant non si espresse mai in modo così colorito, ma, concedetemelo, la polpa è quella, suvvia..).

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