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(Nino Di Gennaro*) - Trent’anni e più di sprechi, e l’utilizzo di finanziamenti Comunitari e Nazionali come ammortizzatori sociali, hanno creato in Campania e nella società contemporanea disservizi, malcontento, illusioni e soprattutto tante aspettative da parte dei nuovi disoccupati organizzati e disorganizzati “ancora oggi alla ricerca di un lavoro che non c’è più”.

Alla fine degli anni settanta i primi corsi di formazione per i disoccupati organizzati “la Sacca Eca, i Banchi nuovi, gli ex detenuti, le Croci, i Forestali, poi negli anni ottanta e novanta i corsi per i giovani della 285, i corsi per L.S.U. “Lavoratori socialmente utili” e i Progetti LPU “Lavori di pubblica utilità”. Nel duemila, con il nuovo Programma Operativo 2000/2006 finanziato dal Fondo Sociale Europeo e dal Ministero del Lavoro, nuove attività formative “Progetto Aifa, Progetto ISOLA – Progetto BROS – Progetto Esco Dentro, ecc.” senza pensare che, in un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo, le opportunità di lavoro di un tempo presso gli Enti pubblici e le Aziende private sono ridotte al lumicino. E poi le responsabilità della politica che ha consentito nella nostra provincia, negli anni, la dismissione di intere aree industriali “polo delle telecomunicazioni, polo meccanico, polo chimico, polo tessile, polo informatico, polo conserviero ecc.” consentendo a tante Aziende  di scaricare migliaia di lavoratori sulle spalle dello Stato Sociale dopo aver sfruttato ogni forma di contributo e provvidenza. Restano i giovani degli enti disciolti, oggi non più tanto giovani, assunti a suo tempo perla formazione professionale con i profili professionali di Direttore, Docente, Segretario, Amministrativo, Ausiliario, quasi tutti riciclati negli Uffici centrali o abbandonati nelle strutture periferiche pur avendo la certezza della retribuzione.

Inoltre, sono presenti nella formazione, i nuovi assunti vincitori di concorsi banditi dalla Regione nell’ultimo decenni e quelli selezionati privatamente e incardinati nei servizi di Assistenza Tecnica “uffici negli uffici” sempre pagata con i fondi della Comunità Europea.

Infine hanno beneficiato di percorsi formativi i lavoratori inseriti nelle Agenzie Regionali e nelle tante Società partecipate, con tutti i rischi e i pericoli di bilancio e di realizzazione di “Servizi” concreti e di qualità.

Oggi,per fortuna, abbiamo un nuovo assessore che intende ridurre gli sprechi e rivalutare il personale regionale che, per tanti anni, dopo essere stato assunto per l’attuazione dei corsi di formazione professionale, ha atteso un reale cambiamento di rotta.

Ecco allora il nuovo Piano Campania Lavoro imputato al P.O.R. Campania 2007/2013, la nuova Legge regionale sull’Apprendistato, i Maestri di sci, i Tirocini formativi, i Voucer, le Work Experience nei tribunali, gli interventi formativi a favore dei lavoratori in C.I.G. e  C.I.G.S., le Botteghe Artigiane e i Maestri Artigiani tutte iniziative attivate, ancora oggi,  grazie ai finanziamenti Comunitari e del Ministero del Lavoro e finalizzati all’inserimento e/o reinserimento nel mercato del lavoro di giovani e meno giovani in condizioni svantaggiate.

Ma oggi dove sono le concrete opportunità di lavoro in Campania? Dove sono oggi le grandi imprese, la Sip, l’Enel, la Napoletana Gas, la Fiat, l’Ansaldo Trasporti, l’Ati, l’Aeritalia, la Tirrenia, la Grimaldi, la Dalmine, ecc. ecc. che per anni avevano garantito produzione e lavoro? Per piacere, Onorevoli, Senatori, deputati della Campania datevi una mossa.

*(Operatore del Settore F. P. Regione Campania)

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