Santa Maria Capua Vetere
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(Antonio Gaudiano) - Tanto tuonò che piovve. Il presidente Adolfo Russo si è dimesso. Con le dimissioni del vice presidente Iaselli, e dei consiglieri di maggioranza Palmirani e Puoti la maggioranza in seno al consiglio dell'ordine degli avvocati andava in crisi. Per ben tre sedute, complice l'assenza dei consiglieri di minoranza "Dignità Forense", veniva  a mancare il numero legale per il corretto svolgimento delle sedute, determinando l'impasse dell'organismo di rappresentanza degli avvocati del Foro di Santa Maria Capua Vetere.

Eravamo stati facili profeti nel preconizzare che la proposta di un "governo di unità" che potesse gestire il rimanente scorcio di consiliatura, avanzata dal presidente Russo, venisse rispedita al mittente da parte della componente di "Dignità Forense". Troppo tesi i rapporti; troppo inascoltate la proposte fatte dalla minoranza, perché questa potesse dare il suo assenso. E poi insistere sulle elezioni rimette in gioco alcuni consiglieri che potranno presentarsi alla prossima tornata elettorale, visto che dalla precedente ne erano rimasti esclusi. Gli stessi tre avvocati della maggioranza che a pochi giorni dalla scadenza hanno rassegnato le dimissioni, potranno essere della partita.

Ma, c'è da dire che c'è una larga fetta dell'avvocatura che non si sente rappresentata né dall'una né dall'altra componente e che potrebbe far si che gli esiti delle prossime elezioni possano non essere scontati. Avvocati che hanno assistito alle schermaglie tra i due blocchi in campo svolgersi sulle proprie teste, senza che qualcuno s'interessasse delle loro esigenze minime. E un sistema elettorale che non prevede la presentazione di liste di avvocati, ma singole candidature, con ogni probabilità farà tutto il resto in termini di incertezza nei risultati elettorali.

Sia chiaro anche per il futuro che un organismo di rappresentanza disunito, con rapporti personali precari, interrotti, difficili, non ha mai quell'autorevolezza per poter affrontare una qualsiasi attività contrattuale con altre componenti della Giustizia, tale da poter svolgere una valida e proficua azione in favore della classe forense. Un organismo di rappresentanza composto da soggetti che non abbiano "mani libere" mal potrà svolgere la funzione alla quale è destinato.

Se poi si ragiona nel senso: "Adesso tocca a noi", e allora nulla cambierà,  e ciò che è stato sarà.

 (Antonio Gaudiano)

 

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