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Palladio, Salerno 2021, pp. 688.

È stato pubblicato il vii volume delle pergamene angioine (1293-1302) dell’Archivio Arcivescovile di Capua a opera di Giancarlo Bova. Il lavoro è preceduto da un’ampia introduzione storica e contiene l’edizione critica di 237 pergamene dell’Archivio Arcivescovile di Capua e di alcune del Museo Campano, comprese tra il 1293 e il 1302.

Bova è un medievista che lavora da quarant’anni negli Archivi Capuani, pressoché unico utente, con una competenza unica sulla storia del territorio. Noto da tempo alla comunità scientifica internazionale, non appartiene né a parentopoli né a politopoli né ad amicopoli. Dirige il “Corpus Membranarum Capuanarum”, una Collezione di fonti storiche inedite, fondamentali per la storia della diocesi di Capua. La Collana raccoglie finora in 18 volumi l’edizione di circa 2000 pergamene, di età longobarda, normanna, sveva, angioina e aragonese (alcune centinaia pubblicate dall’Autore anche nella Collana “Civiltà e radici di Terra di Lavoro”, Napoli). La pubblicazione del Corpus fu iniziata da Bova nel 1991 su invito dell’arcivescovo Diligenza e sotto gli auspici dell’Università di Cassino, proseguendo tra impedimenti e contrattempi. L’imponente edizione non si avvale di aiuti economici né pubblici né privati, pertanto Bova va incontro a notevoli spese.    

Il Corpus Membranarum Capuanarum interessa Centri di Ricerca di tutto il mondo, fra cui il Medieval Central Europe Research (Ungheria), la Fédération des Sociétés Historiques et Archéologiques de Paris et de l’Ile de France, l’École Nationale des Chartes, l’École des Hautes Études de Paris, il Laboratoire de Médiévistique Occidentale de l’Université Pantheon-Sorbonne de Paris, il Centre d’Études Supérieures de Civilisation Médiévale de l’Université de Poitiers, il Centre des Richerches Angevines de l’Université de Saint-Étienne, il Pontifical Institute of Mediaeval Studies of Toronto, il Center for Mediaeval Studies of Bergen (Norvegia), il Department of History Cambridge University, la School of History of Leed University, il Centre for Hebrew and Jewish Studies of Oxford University, l’Accademia di Studi Economici dell’Università di Bucarest, l’Istituto di Storia Medievale dell’Università Complutense di Madrid, il Department of History University Utrecht, l’Istituto di Storia Medievale dell’Università di Gottinga, il Department of Medieval History University of Copenhagen, l’Accademia delle Scienze di Moldavia, il Dipartimento di Storia dell’Università di Atene, il Dipartimento di Storia Medievale dell’Università di Tartu (Estonia), il Dipartimento di Storia dell’Università di Varsavia, l’Istituto di Storia Medievale dell’Università di Budejovice (Rep. Ceca), il Department of History of the Hebrew University Jerusalem, il Department of History University of Tokyo, il Department of European History University St. Petersburg, il Centre for Religious Studies of Monash University (Australia), il Department of Medieval History University Canterbury (Nuova Zelanda), il Department of History University Malaya (Malesia), il Department of History University Hyderabad (India), la School of Art University Singapore (Rep. Singapore), l’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, l’Istituto Internazionale di Storia Economina “Datini” di Prato, ecc.

     Il volume pubblicato contiene tra l’altro un breve di Celestino v (1294), un altro di Bonifacio viii (1300), una lettera di Carlo ii (1301), l’edizione – per la prima volta – delle bolle degli arcivescovi angioini di Capua e la sintesi della loro attività economica. Altri documenti riguardano il monastero di S. Angelo Informis, Bartolomeo de Capua, logoteta e protonotaro del regno, ecc. Importante la presenza presso Capua di Ettore Boccaccio, forse in contatto con Agostino Boccaccio e Giovanni Boccaccio che avevano interessi nell’area, dei quali Bova si è già occupato. Seguono alcune riflessioni sullo studio della medicina nell’antica Capua, sul sito della basilica costantiniana (chiesa di S. Maria delle Grazie), sulla ricerca dei resti del vescovo S. Simmaco, cui è dedicata con l’Assunta la basilica di S. Maria Maggiore. Con una ripresa di vecchi lavori sui siti di Recale, Nevano, Pontelatone, Casapulla, Casagiove e Castelvolturno, l’Autore conclude lo studio, non senza ritornare sul tema dei servizi dovuti al monastero di S. Giovanni delle Monache.

      Con le sue ricerche Bova ha aperto la strada a studiosi seri, ma anche a improvvisatori che lavorano di seconda mano, i quali si sono gettati a capofitto sui suoi studi dividendosi le aree di ricerca. Il suo lavoro è molto sfruttato ed egli si trova suo malgrado a lavorare per quanti non riescono ad aprire vie nuove e non frequentano gli Archivi. In Campania sono migliaia le pergamene inedite, ma occorre una competenza reale per poterle studiare: si fa prima a sfruttare il lavoro altrui. Oggi c’è un abuso del termine “scientifico” che spesso non rimanda alla conoscenza di nessuna scienza. Si scrivono sempre le stesse cose.    

     C’è poi sempre la piaga dei plagiari di professione, sobillatori e privi di talento. Digiuni di tutte le scienze, con reiterati riassunti, con taglia e incolla di interi paragrafi e apparati critici altrui, sono adusi a plagiare per realizzare i loro lavoretti editi nel web e a stampa. Bova è autore di saggi fondamentali sulle due Capua, sugli ebrei, sui Surici (Siri), sui centri di S. Prisco, S. Angelo Informis, Casagiove, Casapulla, Gaiano, Cuccagna, Recale, Pontelatone, Pantuliano, Francolise, sulle tradizioni del monastero di S. Giovanni delle Monache, sulle fontane di Capua, sulla chiesa di S. Pietro Aposteia, su S. Maria la Fossa, su Cancello ed Arnone, sui villaggi abbandonati, sulla coltivazione del lino e della canapa in Terra di Lavoro, sul Sacco di Capua, sugli Archivi di Capua. Bova da un migliaio di documenti inediti ha tracciato per la prima volta le linee fondamentali per una biografia originale dell’arcivescovo Giordano Caetani (1447-96).

 

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