Il 19 luglio 2015, nei Comuni di Aprilia e Cori (LT), i Carabinieri delle locali Stazioni, nell’ambito di predisposti servizi per il controllo del territorio, hanno deferito, in stato di libertà, alla competente A.G.:

―    una 25enne originaria delle provincia di Caserta, domiciliata ad Aprilia, per il reato di “acquisto di cose di sospetta provenienza”. La donna è stata trovata in possesso di un martello pneumatico  Valex mod. 70100, un motosega Shister mod 5200, una pompa ad immersione Lowara, un trapano Aeg mod vh24xe e un Gruppo elettrogeno Valex mod. vx2500, dei quali non è stata in grado di indicarne la provenienza;

―    un 32enne di Aprilia (LT) per il reato di “guida senza patente”, poiché sorpreso alla guida del proprio veicolo, con patente revocata;

―    un 33enne cittadino indiano, residente ad Aprilia (LT) per il reato di “guida sotto l’influenza dell’alcol”, per aver guidato il proprio veicolo in evidente stato di ebbrezza alcolica, come acclarato dall’accertamento etilometrico, riportando un tasso alcolemico superiore al limite consentito;

―    un 22enne cittadino indiano, residente a Lanuvio (RM) e un 52enne di Cori (LT), per il reato di “porto armi od oggetti atti ad offendere” . I due sono stati trovati in possesso di coltelli di genere vietato;

―    un 27enne della Repubblica del Congo, in Italia senza fissa dimora, per i reati di “minaccia e porto armi od oggetti atti ad offendere. L’uomo, all’interno della Stazione Ferroviaria di Campoleone di Aprilia, ha minacciato con un martello frangivetro una donna, che era in attesa di prendere il treno. 

Il 19 luglio 2015, in Sabaudia (LT), i Carabinieri della locale Stazione, nell’ambito degli incrementati servizi di prevenzione  e repressione dei reati predatori, in particolare dei furti su autovettura, disposti dal Comando Provinciale di Latina, hanno tratto in arresto P. A., 58enne e A. M., 39enne, entrambi della provincia di Napoli, per il reato di “furto aggravato in concorso”.

A seguito di alcune segnalazioni ricevute dai militari negli ultimi giorni, relative a furti su auto nei parcheggi lungo il litorale marittimo di Sabaudia (LT), i Carabinieri hanno organizzato un mirato servizio nella zona. Gli uomini dell’Arma si sono appostati per tenere d’occhio l’intera zona dei parcheggi.

Ieri, infatti, nelle prime ore del pomeriggio, i due malviventi sono stati intercettati e bloccati immediatamente dopo aver trafugato, da un’autovettura in sosta, n. 2 Digital Camera “Nikon”, del valore complessivo di euro 3.000,00 circa, recuperate e restituite al legittimo proprietario.

Gli arrestati sono stati trattenuti nelle camere di sicurezza, nelle more della celebrazione del rito direttissimo.

 

SASSARI – (di Nando Cimino) Oggi è il compleanno di, Andrea Parodi, il cantante sardo strappato alla vita da un cancro, all’età di cinquantuno anni; era nato Porto Torres, il 18 luglio del 1955. Insieme a Gino Marielli e Gigi Camedda, aveva dato origine ai ‘Tazenda. Sembra persino scontato sgranare i traguardi raggiunti insieme al celeberrimo gruppo musicale o come cantante solista, e ci sembra davvero inutile riportare alla memoria le tante collaborazioni di successo, anche a livello internazionale. La sua voce, ormai eterna, continua delicatamente a riscaldare l’animo di chi l’ha amato in vita, come uomo e come artista. Espressione di quella terra da cui traeva la massima ispirazione ne era diventato interprete, tanto da venire indicato come, ‘la voce della Sardegna’. Provato nel fisico dalla malattia che lo consumava da oltre due anni, Andrea Parodi, lasciò la sua eredità artistica sul palcoscenico allestito nell’anfiteatro romano di Cagliari, il 22 settembre del 2006. Fu quello il suo ultimo e lunghissimo concerto. Aveva salutato il suo pubblico con quella che è stata definita la più bella interpretazione di, ‘No potho reposare’, scritta nel 1915 dall’avvocato di Sarule, Salvatore Sini. Il cantante morì dopo circa un mese. Auguri, Andrea! Sei sempre con noi.

Mercoledì 15 luglio 2015

Località Sa Cavana, Soleminis, CA

Progetti Carpe Diem, Festival Cantiere Teatrale, La Casa Delle Storie

OMBRE ROSSE

testi

Mauro Covacich, Andrea Schianchi, Massimo Carlotto, Marcello Fois, Carlo Lucarelli, Francesco Piccolo, Aldo Nove, Roberto Alaimo, Marco Cavicchioli, Michele Serra

con
MARCO CAVICCHIOLI

regia
Giampiero Solari

musiche in scena SALVATORE PANU

Lo spettacolo "Ombre rosse" nasce da un'idea dell'attore Marco Cavicchioli e del giomalista-scrittore Andrea Schianchi, che hanno avuto il comune desiderio di portare alla luce e mettere in scena le storie tragiche e buffe, divertenti e malinconiche di un secolo di comunismo.
Da Lenin a Trotzkij, da Che Guevara a Mao Tze Tung, da Granisci a Stalin, dai gulag alle rivolte studentesche: frammenti di un mondo e di un'ideologia che sembrano essere svaniti in una bolla di sapone, ma che hanno lasciato sul campo romantici nostalgici.
Sotto la supervisione artistica di Giampiero Solari, accompagnati dal dolce suono della fisarmonica di Salvatore Panu, vedremo rappresentati sul palcoscenico il dramma di Garcìa Lorca davanti al plotone di esecuzione; la struggente malinconia di un anziano compagno che vede cambiare il nome del PCI, la paura per la tortura di un partigiano fatto prigioniero, l'elenco di un personaggio che ha conosciuto tutti i bolscevichi e li racconta così come lui li ricorda, il sogno per Cuba libera, le vicissitudini politiche di un sardo emigrato e tornato in Sardegna...
E' una satira sul significato di che cosa il comunismo ha lasciato nell'anima della gente, un viaggio in un universo che sembra essersi completamente dissolto, ma che ha lasciato grandi cicatrici nel presente. E' un culto tragicomico sulle miserie e gli splendori della più grande utopia del '900 Si tratta di una rappresentazione in itinere costituita da numerosi testi, a cui hanno collaborato Michele Serra, Francesco Piccolo, Marcelle Fois e Massimo Carlotto, si intrecciano e si intersecano dando origine ad una appassionata e nostalgica rievocazione del grande passato del comunismo, dai toni intensi e forti, e al tempo stesso ironici e scanzonati che caratterizzano da sempre l'attore bolognese.

SASSARI  - (di Nando Cimino) Una certa cronaca, purtroppo, ci ha abituati a registrare incomprensibili esagerazioni da parte di esercenti e operatori, a danno dei turisti che, nei periodi estivi in particolare, affollano i nostri territori. Caffè, cappuccini, cornetti o bottigline d’acqua pagate a peso d’oro, per non parlare dei salatissimi scontrini, quando prodotti, anche per una semplice pizza e birra. Cose che di certo non aiutano il rapporto con i visitatori e che, anzi, danneggiano la già provata immagine del nostro Paese. L’ignaro viaggiatore paga senza battere ciglio ma sempre più spesso le querelle con i furbetti dello scontrino, si risolvono nelle aule dei tribunali. Qualche volta, però, le cose vanno diversamente e, probabilmente, producono effetti più incisivi contro considera i turisti come limoni da spremere e non come una risorsa da coccolare. Sul tema, un simpatico siparietto è stato raccontato dalla giornalista, Marella Giovannelli, sul suo profilo Facebook. Una storiellina davvero divertente, ma dal retrogusto amaro, che sta facendo il giro del web, rimbalzando tra i profili dei vari social network. In questo caso, però, a rimanere vittima del suo stesso gioco, è chi ha cercato di approfittarne. Appresa la notizia da alcuni testimoni, privilegiati spettatori del teatrino, la nota giornalista sarda non ha esitato, e bene ha fatto, a tradurre l’episodio nel post che qui riportiamo integralmente, e che sembra avere il sapore della ‘vendetta’ del popolo dei turisti, contro gli indebiti salassi estivi.

“Due signore arabe scese da uno yacht e arrivate in tender volevano spaparanzarsi al sole su dei lettini affittati in una delle spiagge più note della Costa Smeralda. Il concessionario ha sparato un prezzo che definire esagerato è poco. Esilarante la reazione delle due riccone ma non scemone che, dopo aver ringraziato con un bel sorriso, hanno ripreso il tender, raggiunto lo yacht che aspettava in rada e, nel giro di mezz'ora, sono ricomparse con un carico di lettini, un equipaggio di supporto e un paio di ombrelloni che hanno piazzato nell'angolo di spiaggia libera sotto gli occhi allibiti del concessionario. La scenetta è stata raccontata da diversi testimoni oculari”.

E’ giusto sottolineare che non è in discussione la serietà e la professionalità, in materia di accoglienza turistica, della stragrande maggioranza degli operatori il cui primo interesse è quello di coltivare e accrescere il proprio bacino di visitatori; ma ‘chi la fa, l’aspetti!’

PERDASDEFOGU – (Nando Cimino) Non si ferma l’interesse della comunità scientifica internazionale nei confronti della popolazione di Perdasdefogu. Ad attirare gli studiosi di tutto il mondo in quest’angolo dell’Ogliastra centro-meridionale, sembra essere la longevità delle sue genti. Da diversi anni, ormai, il Dna dei foghesini è posto sotto la lente d’ingrandimento da paleogenetisti, genetisti che, attraverso varie formulazioni scientifiche, tentano di svelare il mistero che avvolge questo popolo. Alcune ricerche effettuate nel 2006, dall’equipe guidata dal genetista, Guido Barbujani, dell’università di Ferrara, ad esempio, hanno dimostrato come proprio nelle comunità ogliastrine è custodito lo stesso patrimonio genetico delle antiche popolazioni nuragiche. La comparazione del Dna mitocondriale con campioni ossei rinvenuti anche in cinque grotte nel territorio di Perdasdefogu, effettuata dal professore di Ferrara, ha svelato che una percentuale pari al 56% del genoma dell’antica stirpe che popolava la Sardegna tra il 1500 e il 700 a. C., si trova nel tessuto cellulare degli attuali ogliastrini. Nel tempo, lo straordinario quanto curioso risultato, ha aperto le porte a frotte di ricercatori che, strada facendo, si sono imbattuti anche in un’altra peculiarità territoriale; la longevità, appunto. A Perdasdefogu, il termine longevità è sinonimo della blasonata famiglia Melis che pochi giorni fa ha perso la venerata centottenne, Tzia Consòla. Su questa scia, nella mattinata dello scorso giovedì, una nutrita schiera di studiosi coreani, giapponesi, portoghesi e americani, aderenti all’istituto di ricerca, ‘International Centenarium Consortium’, accompagnati da, Giovanni Mario Pes, ricercatore e specialista in disabilità nelle malattie dell’invecchiamento presso l’università di Sassari, hanno focalizzato la loro attenzione proprio sui componenti del clan Melis che, per ben tre volte di seguito, han conquistato la posizione d’onore nel Guinnes dei Primati, come nucleo familiare più longevo al mondo. Accolti presso la biblioteca comunale dal sindaco di Perdas, Mariano Carta, da alcuni suoi delegati e dal gruppo locale della ‘Pro Loco’, i ricercatori d’oltre oceano sono rimasti affascinati dalle particolarità del costume tipico tradizionale, per l’occasione indossato da alcune incantevoli rappresentanti del locale gruppo folk. Si sono, poi, concentrati sui fratelli Antonio, di novantasei anni, Adolfo di novantadue e Vitalio Melis, di appena, si fa per dire, novant’anni e su, Claudina Melis e Vittorino Palmas, entrambi prossimi a spegnere la candelina numero centotre. Cosa questi scienziati abbiano colto d’importante, sotto lo squisito profilo scientifico, non è dato sapere. Di certo, però, hanno avuto la conferma che il vero elisir di lunga vita della famiglia Melis, in particolare, sta tutto in un concentrato di saggezza, umanità e buona pratica quotidiana. Secondo i decani della comunità, infatti, il segreto sta semplicemente nel mangiare poco e bene, nell’evitare inutili conflittualità e nel risolvere quelle che sorgono attraverso il dialogo e, infine, raccomandarsi a Dio con la preghiera, tutti i giorni.

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