In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». 

Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

Commento

Con questa  solenne liturgia, con la quale  acclamiamo e adoriamo Cristo Re dell’Universo,si chiude l’Anno Liturgico , e contemporaneamente anche l’Anno della Fede, aperto,  lo scorso anno,  da Papa Benedetto XVI.                                                                                                                                                                                                           La parola “chiusura” sempre impropria per ambedue i casi, perché l’Anno Liturgico  determina solo la tappa di un cammino della Chiesa Pellegrina,così  chiudere l’Anno della Fede, quasi a dire che abbiamo scoperto il tutto,e chiudiamo il capitolo dell’esortazione o della ricerca,mentre l’Anno della  Fede è stato aperto per rinverdire la fede  di chi crede  e renderla più autentica e viva,e offrire a chi è ancora in ricerca  un aggancio per trovare la porta dove abita la Famiglia di Dio.                                                                                                      Anno Liturgico  Anno della Fede che ci proiettano, nella liturgia di oggi, la figura di Cristo,costituito dal Padre, Re e Signore dell’Universo  e dei cuori di coloro che, dopo averlo incontrato, hanno scelto di seguirne  con fiducia illimitate le orme.                                                                                                                                      Celebriamo la Solennità del nostro Re, ponendoci dinanzi al trono di un Re Crocifisso, dinanzi alla Croce del Calvario. Infatti ,il brano evangelico di Luca narra la Crocifissione e la Morte di Gesù, l’apparente sconfitta di colui che dinanzi  a Pilato a dichiarato di essere “re”,ma che ora, trafitto da chiodi, è appeso ad una croce, in mezzo a due ladri. I nemici pensano di averlo finalmente zittito, e sono lì a schernirlo e a insultarlo.                   E lui cosa fa, tace? No, un re  ,degno di questa dignità, non può partirsene senza dettare i suo testamento.                                                      Ma Cristo non ha già parlato abbastanza con parole e con segni ?                                                                                                            Forse le sue parole non sono arrivare neppure ai suoi amici,tanto che uno  lo ha venduto, un altro lo ha rinnegato, e gli altri  fuggiti, presi dalla paura e dal panico. Forse alle parole dette da Gesù mancava il sigillo,un sigillo forte, ed egli ora pone questo segno di garanzia con il suo sangue  anche alle sue ultime parole.                                                                                                                                                                                                   La tradizione conta  7 parole dette da Gesù dalla Croce. La prima di esser arriva al cuore di quella umanità che lo ha rinnegato e  inchiodato in croce, e in cielo anche gli Angeli sembrano sorpresi da  queste parole:”Padre, perdona loro che non sanno quello che fanno!”. Il ladro che pende alla destra di Gesù,a queste parole, cade anche lui nella misericordia di Dio, e nelle parole di Gesù che lo rassicurano , egli “ruba” ancora, ma stavolta il Paradiso. E poi le altre parole scendono sul Golgota, salgano al cielo,si fissano nel cuore di alcuni astanti, tanto che ,alla fine, a riconoscere Gesù come Re e Figlio di Dio, è lo stesso centurione che ha comandato l’ esecuzione di morte.                                                                                                                                                       Dio ama, e il Figlio suo, da quel trono che l’umanità gli ha innalzato, continua ad amare e lancia  il suo messaggio di amore  oltre gli orizzonti. Cristo, un re sconfitto, che  si rifarà, rompendo i sigilli del sepolcro e sorprendendo i nemici e gli amici, e attestandosi ora su quel trono di gloria che gli compete e che il Padre gli ha preparato.                                                                                                                                                                          Il suo regno non è di questo mondo, lui lo ha affermato ,mentre si dichiarava re dinanzi a Pilato,perciò ogni buon discepolo di tanto Maestro,vivendo nel tempo, deve percorrere ,guidato da Cristo,diventato Pastore del gregge in cammino, la via per entrare in questo regno senza confini.                                                                                     A  lui volgiamo i nostro sguardo di grazie, ricordando  ciò che è stato scritto”:Credenti e non,nessuno può sottrarsi all’incanto della sua figura,nessun dolore ha rinunciato al fascino della sua promessa”.(A.Oriani)

Commento di P. Pierluigi Mirra passionista

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». 
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. 
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

COMMENTO

 “Il Signore giudicherà il mondo con giustizia”,così recita il versetto del Salmo Responsoriale(97/98) di questa Domenica, la quale ,in prospettiva di arrivo  dell’Anno Liturgico in corso,proietta lo sguardo del nostro spirito verso eventi finali del tempo.                                                                                                                                                                 

Già l’ultimo dei Profeti Minori, Malachia,ricalca il pensiero di Dio circa coloro che, mossi dall’orgoglio e dalla superbia della vita,e dall’amore  spinto verso le cose della terra,commettono ingiustizie,ma essi avranno la fine della “foglia che brucia in un momento”. Al contrario, per  quelli che hanno timore del Signore “sorgerà come raggi benefici il sole di giustizia”. E tutto cio avverrà nel” giorno rovente del Signore”.                                                                             

Al messaggio di Malachia, fa eco  quello di Gesù nel brano del Vangelo di Luca,nel quale il nostro Maestro,rispondendo alle domande circa l’avvenire del Tempio di Gerusalemme,egli, più che datare l’evento,esorta a non seguire  voci e modelli strani che cercano di creare panico e confusione,né di avere paura di coloro che, “a causa del suo nome”, mettono in atto persecuzioni e calunnie,  avvertendo  anche che chi cammina nella giustizia,illuminata dalla luce del sole di  Dio,non sarà compreso neppure da quelli della sua casa,ma  addirittura traditi e uccisi. Su tutto, però, si erge la Provvidenza di Dio,la quale, a chi è fedele,darà la forza per perseverare senza paura e con successo.                                                                                                                

Appare chiaro che a Gesù,più che dare spiegazioni circa modi e tempi della fine delle cose nel tempo, interessa orientare i discepoli a porre in atto un atteggiamento di vita di speranza e di impegno che va al di al delle situazioni e degli avvenimenti. Anche il linguaggio del Maestro,un po’ crudo e carico di un certo timore,serve a tutti a spingersi  verso una totale conversione,che non diventi soltanto stile di vita nuova, ma anche testimonianza di fedeltà perseverante a Dio e ai fratelli di fede.                                                                                                           

Ed è soltanto seguendo lui, accettando e vivendo il suo linguaggio,che si può giungere alla fine del tempo e ritrovarsi nell’accettazione paterna da parte di Dio. E’ necessario ,però, non ascoltare i falsi profeti, e nè i ciarlatani che vogliono mettere  soltanto gli animi sottosopra e fare perdere la serenità dello spirito.          

Però nell’attesa è proibito ogni tipo di ozio,non seguendo quei tessalonicesi che Paolo rimprovera nel brano della seconda Lettura, i quali, presi  dal panico per la seconda , vaticinata imminente venuta dl Cristo da false voci, si sono  messi in un atteggiamento di ignavia,non lavorano,però continuavo a mangiare  a spesa degli altri.  Il cristiano , discepolo di Gesù,deve vivere il tempo impegnandosi nelle  proprie responsabilità,costruendo il nuovo nella società con il suo apporto positivo,preparando, con il suo apporto quotidiano, l’avvento del Regno di Dio,Regno di giustizia e di verità.                                                                   S

aremo cristiani credibili, non tanto per quello che diciamo,ma per le opere che ,nella fedeltà quotidiana, compiamo.

Commento di P. Pierluigi Mirra passionista

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