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L'indagine del nucleo speciale anticorruzione

della Guardia di Finanza ha riguardato in totale otto funzionari pubblici in servizio presso il Provveditorato Interregionale delle opere pubbliche del ministero delle Infrastrutture, il Provveditorato dell'Amministrazione penitenziaria, l'Ater, l'Istituto centrale di formazione per il personale della giustizia minorile e l'Ufficio per i servizi tecnico-gestionali del ministero dell'Interno e 12 imprenditori. Dagli accertamenti è emerso che i lavori, formalmente assegnati a diverse società, venivano eseguiti da uno stesso imprenditore. I funzionari pubblici venivano corrotti anche attraverso l'esecuzione o il pagamento di lavori di ristrutturazione presso appartamenti, condizioni vantaggiose nell'acquisto di immobili, sponsorizzazioni per trasferimenti d'ufficio, oppure assunzioni di familiari. Illeciti nell'assegnazione di lavori svolti presso gli uffici della Corte di appello e altre opere realizzate nel palazzo di giustizia di Roma. E' l'ambito dell'indagine, in cui si ipotizza anche il reato di corruzione, che ha portato all'emissione di 20 misure cautelari personali su richiesta della Procura di Roma: quattro in carcere, due funzionari pubblici e due imprenditori, dieci ai domiciliari, sei all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

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