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Roma  - La crescita in Italia non tornera' fino al 2013 e ora bisogna impegnarsi sul fronte delle riforme proprio per dare vigore alla ripresa: questo in sintesi il messaggio lanciato dal governo, in particolare dal premier Mario Monti, in occasione del varo del Documento di economia e finanza. "Occorre contrastare la corruzione, il lavoro nero e l'evasione fiscale", spiega Monti ai giornalisti. "Siamo molto impegnati su questi fronti", aggiunge il premier. "Non e' possibile aspettare che la tempesta passi e la parentesi si chiuda. La crisi che viviamo dal 2008 puo' avere un impatto duraturo e profondo sul potenziale di crescita dell'Italia, anche se e' stato evitato uno shock distruttivo".

Nella Relazione al Def, Monti spiega che l'Italia "ha messo in sicurezza i conti" con uno "sforzo collettivo" ma "molto resta da fare", si legge ancora nella relazione del premier. Solo nel 2013 si avra' "un avanzo primario pari al 3,9%. Il debito e' stato posto su un sentiero di riduzione progressiva e durevole.
  E' - sottolinea Monti - uno sprint realizzato con un sforzo collettivo del Parlamento, delle parti sociali e di tutta la parte produttiva del Paese oltreche' del governo. Ma molto resta da fare per risolvere ritardi accumulati negli anni e debolezze radicate". Sul versante delle entrate il presidente del Consiglio ribadisce che "in futuro i proventi della lotta all'evasione fiscale dovranno essere utilizzati anche per ridurre le aliquote fiscali". Intanto, pero', Confindustria rilancia l'allarme lavoro. Nella consueta indagine mensile del Csc avverte che "le aspettative delle imprese, sia nel manifatturiero sia nei servizi, indicano nei prossimi mesi ulteriori riduzione di manodopera a causa della ricaduta nella recessione e delle ristrutturazioni rese ormai obbligate dal perdurare dei bassi livelli di attivita'".

In Italia le ore autorizzate di cig - ricorda il Centro studi di viale dell'Astronomia - hanno gia' iniziato a risalire rapidamente: in febbraio +49,1%, seguito dal +21,6% in marzo, un incremento quasi cinque volte superiore rispetto a quello dovuto ai fattori stagionali. Il totale sfiora i 100 milioni. In forte crescita i lavoratori in mobilita': 152mila a ottobre 2011, +20,9% in due anni. (AGI) .

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