ECONOMIA
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Milano - Non è bastato l'accordo sull'aumento del tetto del debito degli Stati Uniti per salvare le borse europee. Le principali piazze finanziarie del Vecchio Continente sono state travolte dagli ordini di vendita, concentrati in particolare sui titoli bancari e sui mercati dei Paesi periferici.

Il rimbalzo dei listini europei dopo l'accordo raggiunto dal presidente Usa, Barack Obama, e dai leader Repubblicani e Democratici per evitare il default è durato poche ore. A prevalere è stato invece il timore di un possibile taglio del rating sovrano degli Usa, al momento tripla A.

Al giro di boa le europee hanno iniziato a perdere terreno, per poi registrare un crollo con l'apertura di Wall Street. Nonostante un avvio positivo, il Dow Jones ha invertito la rotta dopo pochi minuti, appesantito dai dati dell'indice Ism Pmi manifatturiero, che misura le previsioni sull'economia Usa da parte dei direttori degli acquisti delle imprese americane. L'indice a luglio ha registrato un calo a 50,9, nettamente inferiore alle attese, rispetto al 55,3 del mese precedente. E non è bastato il dato della spesa edilizia, che a giugno si è attestata a una tasso annuale destagionalizzato di 772,3 miliardi di dollari, lo 0,2% in più rispetto al mese precedente e sopra le stime.

Debole l'euro, che nei confronti del dollaro sta perdendo un punto percentuale a 1,421.

A fine seduta le europee hanno accusato forti ribassi: Londra ha ceduto lo 0,70%, Parigi il 2,27%, Francoforte il 2,86% e Amsterdam l'1,39%. Male anche Madrid (-3,24%), Lisbona (-2,50%) e Atene (-2,08%). Piazza Affari ha chiuso con un tonfo, aggiudicandosi la maglia nera in Europa. Il Ftse Mib ha segnato una flessione del 3,87%, sprofondando sotto quota 18 mila punti, a 17.720 punti e ai minimi da metà 2009. L'All Share ha perde il 3,63% e lo Star l'1,58%.

Nuovo record, inoltre, per il differenziale sul premio fra i titoli di Stato decennali italiani e quelli tedeschi, che ha toccato quota 355 punti, con il rendimento del Btp a 10 anni salito al 6%.

La Borsa milanese, colpita da numerose sospensioni per eccesso di ribasso, è stata zavorrata dal tracollo dei titoli del comparto bancario e finanziario. Fondiaria-Sai ha segnato uno scivolone del 9,19% a 1,651 euro, seguita dai titoli del credito. Ubi Banca ha lasciato sul terreno il 7,93% a 3,09 euro, Mps il 7,87% a 0,48 euro, Intesa Sanpaolo il 7,86% a 1,489 euro e Banco Popolare il 7,69% a 1,23%. Forti ribassi anche per Bpm (-5,30%), Mediobanca (-5,14%) e Unicredit (-4,32%). Flessioni oltre i quattro punti percentuali anche per Buzzi Unicem, Mediaset, Impregilo e Telecom Italia, che tocca quota 0,84 euro. Pesanti ribassi anche per gli energetici, con Enel Green Power (-3,91%), A2A (-3,75%), Enel (-3,73%), Terna (-3,48%) ed Eni (-2,90%). Male anche Prysmian (-3,49%), nonostante la nuova commessa da oltre 200 milioni di euro da parte dell'operatore delle reti elettriche di Olanda e Germania TenneT. In forte flessione anche Fiat, che lascia sul terreno il 3,77% e Fiat Industrial, che cede il 3,31%. Perdono oltre tre punti percentuali anche Mediolanum, Generali, Stm e Atlantia. Sul listino principale della Piazza milanese si salva solo Campari, che registra un incremento dello 0,61% a 5,78 euro. Autogrill chiude sulla parità, mentre limitano i danni Bulgari (-0,08%), Tod's (-0,32%), Tenaris (-0,46%) e Azimut (-0,96%). (Adnkronos)

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