In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
Commento
La Parola di Dio che oggi la Chiesa ci offre ci porta a fare una seria riflessione sul tema della famiglia.
Essa è nata dal cuore e dalle mani di Dio, un sogno grande di Dio per avere accanto una realtà di anime che lo aiutassero, per così dire, a continuare nel tempo a ricreare la vita di quel creato che lui aveva acceso di luci e di vita. Creò l’uomo a cui diede una compagna la donna, e ad ambedue partecipò il segreto della vita, perchè crescessero e si moltiplicassero nella specie e riempissero la terra. In questo segreto, la forza dell’unità che crea la vita.
Attraverso i secoli l’istituzione famigliare ha avuto sviluppi e risvolti vari, spesso negativa, particolarmente a danno della donna, da alcune civiltà considerata,nei secoli, soltanto atta alla riproduzione della specie,annullando tutte le sue capacità intellettive, umane, che la sua femminilità poteva esprimere nella tenerezza del suo carattere. Fino a quando è arrivata quella famosa parola”emancipazione”,che sembra avere costituito essa un a specie di forte rivalsa delle donna,per annullare la “dittatura morale “dell’uomo. Questa eguaglianza di diritti e doveri ha portato la famiglia a camminare, mettendo insieme ognuno possibilità di mente e di cuore, per formare una cellula che , riproducendosi dava sempre linfa nuova alla società e quasi una torre forte che racchiudesse quei valori da offrire al mondo.
Il disfacimento dei valori, e in particolare il disfacimento della famiglia, sta oggi facendo si che non si guarda più alla famiglia come una torre che racchiude valori, ma come una brocca lesionata, gettata di qua e di la ,correndo il percolo di infrangersi all’improvviso. La famiglia, e con essa il matrimonio , e stata intaccato nel suoi fondamenti, e ,al di là delle mode culturali, e sembra che tale sfaldatura sia da una certa società quasi pacificamente accettata.
Alcuni protagonisti e profeti di oggi , non si contentano , come i Farisei del Vangelo di Matteo, di porre a Gesù domande tendenziose sulla validità del matrimonio o sullo scoglie mento di esso, ma già vivano questa realtà pacificamente , nella legalità e nel tutto lecito.
Gesù non è disposto a metter toppe su vestitati dilaniati, e fuori del progetto di Dio, e credo che non lo sarà neppure la Chiesa da lui nata e, che nel tempo ha sempre difeso l’istituzione famigliare. Dio non può arrendersi alla durezza del cuore dell’uomo,ne immischiarsi alle incrostazioni culturali rese legali. Dio istituendo la famiglia umana ha posto nell’amore due “io” che si accolgano nella vita e per la vita,due realtà diverse,ma complementari,create per lavorare con Dio a realizzare i suoi progetti di amore. Nel matrimonio, non esiste la parola “contratto” ,ma la parola “dono”,non lo “stare insieme”, ma l’”alleanza di due cuori in Dio per la vita”,che parlano e vivono a gesti di vita il loro cammino. E’ vero che il percorso dell’amore è faticoso,ma ma se si sa guardare oltre,esso diventa esaltante.,
Essere sposi non è “giocare all’amore”,ma “vivere l’amore”, espressione concreta del volto di Dio.
Commento di P. Pierluigi Mirra passionista