In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».COMMENTO
Fondamento del rapporto dell’umo che crede in Dio è conoscere la Sacra Scrittura e vivere la preghiera. L’Apostolo Paiolo insiste con il suo discepolo Timoteo di non dimenticarsi di ciò che ha appreso ,ma anche di continuare non soltanto ad istruirsi ma anche ad istruire ,perché afferma Paolo:” Tutta la S, Scrittura, ispirata da Dio è anche utile per insegnare, convincere ,correggere ed educare alla giustizia..” Tutti verbi che hanno il loro significato e cha aprono la mente e il cuore ad entrare nel mistero di quel Dio che si è rivelato a noi, e ha parlato attraverso i suoi servi . Allora un vero discepolo, amato e chiamato da Dio in Cristo, non può tacere ciò che ha appreso, ma deve ,con la parole e con l’esempio, insegnarlo agli altri, tendendo la mano a chi è alla ricerca della verità. La Parola di Dio, appresa, ma più vissuta, da forza al convincimento, non solo, ma può rimettere sulla strada della salvezza, chi, forse, per debolezza o distrazione, cammina lontano da Dio. Infine educa alla giustizia ,cioè a guardare le cose, ma più ancora gli uomini, con gli occhi e il cuore di Dio.
Non basta conoscere Dio attraverso le Scritture, ma è importante dialogare con Dio attraverso la preghiera.. La Parabola che nel brano di Luca Gesù racconta, mette in risalto una caratteristica della preghiera : pregare sempre, senza mai stancarsi. La preghiera crea la relazione vitale tra l’uomo e Dio, posti in posizioni diverse. Dio si pone nella posizione dell’ascolto continua nella bontà e nella misericordia, mentre l’uomo si pone solo e sempre in un atteggiamento di fede.
Dio ci ama , e la sua mano è sempre tesa verso chi a lui si rivolge , mentre la fede spinge l’uomo ad attaccarsi a quella mano tesa, credendo e vivendo in umiltà la sua situazione di verità, cioè di bisogno assoluto di Dio. Chi crede sa che Dio non è sordo alle nostre richiesta, purchè questa abbiano come caratteristiche la sincerità, l’umiltà di riconoscersi nel bisogno, e la insistenza, e saper chiedere a Dio cose che ,anzitutto, ci aiutino a proiettare il nostro sguardo nella eternità.
Perché, pur pregando, a volte, sembra che Dio, non risponda, e ci faccia attendere? Perché forse le nostre preghiere o hanno la caratteristica dell’abitudine ,o forse preghiamo quasi per fare un piacere a Dio,, o perché quello che chiediamo non è nella linea di ciò che, secondo Dio, noi al momento abbiamo bisogno per il nostro bene. Forse ,o senza forse, a volte con la nostra preghiera vogliamo come piegare a noi la volontà di Dio
A mani giunte si ottiene meglio che agitando le mani (H.Camara)
Vangelo di DOMENICA XXIX DEL T.O.(16 ottobre2016) - Luca !8,1-8 - Commento di P. Pierluigi Mirra passionista
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