Il Vangelo della Domenica
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Pentitosi andò. I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». 
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

Commento di P. Pierluigi Mirra passionista

I pubblicani e le prostitute vi precederanno nel Regno dei cieli!”   Questo parlare di Gesù forse sconvolge i nostri piani di gente che si ritiene  perbene, e ci fa guardare intorno con sorpresa,quasi a rivedere il nostro modo di andare,i nostri progetti,le nostre mentalità acquisite, e ci fa porre la domanda di come amiamo il Signore e come valutiamo i nostri pensieri e misuriamo le nostre vie. E davvero umanamente strana la logica di Gesù,ma è essa soltanto che tiene le linea diritta che porta alla salvezza.

E’ innanzitutto necessario valutare la nostra conversione, così come ci esorta il Profeta Ezechiele,  è l’avere il coraggio,dopo una forte presa di coscienza,se è necessario, ribaltare le situazioni esistenziali, nelle quali forse ci siamo adagiati.

E’ l’Apostolo paolo nel brano ai Filippesi a istradarci  sulla via della vera conversione a darci gli elementi di garanzia che ci possono condurre serenamente alla meta. L’Apostolo ci richiama anzitutto alla carità, ad avere sentimenti di amore e comprensione, per poi fluire in quella gioia  che non ha fine; e poi a quella umiltà che ci pone nella verità di noi stessi dinanzia Dio e alla società,virtù necessaria,non per essere gli scindeletti degli altri,ma per porci nella giustizia,e con la mano tesa alla carità.

E infine l’Apostolo insistedi avere gli stessi sentimenti di Gesù Cristo,il quale nella sua umiltà, resa carica della volontà del Padre, ha portato a compimento la sua opera di salvezza. Si è quasi “annullato” dice l’Apostolo, diventando in tutto “servo dell’umanità”,un perdente appesoal legno della croce,ma che poi, perché fedele in tutto alla volontà del Padre, da lui ha ricevuto il premio dei vincitori.

L’umiltà e la resa alla volontà del Padre sono state  quella terra fertile che  ha prodotto  la nuova umanità

Liberi dentro, non formalizzati,bisogna misurare i propri passi su quelli di Cristo, passi che a volte battono strade impervie e inattese,ma le sorprese di Dio,anche se inizialmente non comprese,portano  alla gioia che non ha fine. 

“Guidami nella verità e istruiscimi!”(Salmo 24)

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