In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. Marco 1,21-28
La identità di Gesù è stato primo Giovanni Battista a scoprirla e a renderla palese ai suoi discepoli ( Gv.1,35), poi sarà Pietro, in modo più esplicito a confessarla (Mt.16,16- Gv.6,69). Ma ora,nella sinagoga di Cafarnao è addirittura il demonio a proclamare pubblicamente:” Io so chi tu sei, il Santo di Dio!”
Il demonio ,nemico di Dio e dell’uomo,dinanzi alla potente forza che sprigiona Gesù che lo obbliga a uscire dall’uomo che il male possiede, è quasi costretto,oltre a proclamare anche la identità di Gesù. Non fa meraviglia che anche il demonio conosca e proclami identità di Gesù, anche Giacomo nella sua Lettera poi scriverà (2,10) che i”demoni credono e tremano.” L’autorità con cui insegna Gesù gli viene dalla sua identità e dalla coscienza della missione che gli è stata affidata dal Padre. I suoi concittadini soni lì,meravigliati, e a fare sinceramente le differenza tra l’insegnamento che loro veniva dagli scrivi e dai farisei, da quello che offre il Profeta di Nazareth .Certamente è la differenza tra il conformismo apparente e l’autenticità, tra l’essere cosciente della propria missione e quella del povero mestierante che vende il prodotto,e gioca solo sull’apparenza. Si pongono o domande sulla identità di Gesù e su questa nuova dottrina che offriva nuove prospettive e apriva nuovi orizzonti, al di là del freddo dell’osservanza legalistica della Legge . Noi crediamo più o meno fortemente alla identità di Gesù, ma forse siamo un po’ restii a proclamarla. Eppure per il credente tale proclamazione dovrebbe essere luce per il cammino ,non solo, ma per fare luce anche al cammino degli altri. Conoscere Cristo per dirlo! Questo è il compito di ogni discepolo del Maestro di Nazareth . Nella conoscenza di Cristo troviamo Dio, e trovando Dio troviamo il Tutto, e in esso sono le risposte a tutte le nostre domande, ai nostri perché, e la soluzione possibile a tutti i problemi della nostra esistenza.
Sull’esempio degli Apostoli, che, appresa la lezione di vita alla scuola di Gesù, pur nella fragilità e debolezza dell’ora della Passione,essi carichi dello Spirito si spinsero fino ai confini del mondo per dire Cristo,e coinvolgere tutti i credenti ne mistero di salvezza da lui operato. Conoscere e poi fermarsi, è ignavia, e nascondersi per vergogna è viltà. Conoscere la identità di Cristo e dirla ,non solo con le parole, ma con gesti concreti di fede e di carità, questa è la condotta di coloro che sono veri discepoli di Gesù.
Commento di P.Pierluigi Mirra passionista
Commento al Vangelo della IV DOMENICA DEL T. O. ( 29 gennaio)
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