In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». (Marco 1,12-13)
Il rito delle Ceneri di Mercoledì scorso ci aperto l’ingresso ad una altro “tempo forte “dell’Anno Liturgico,la Quaresima.
Fin dal IV secolo dopo Cristo, questa pratica penitenziale è testimoniata dalla Chiesa nei quaranta giorni che precedono preparano la Pasqua. Molti significati racchiusi nel l simbolismo , in particolare sul numero quaranta. Sarà per i quaranta giorni del pellegrinare del popolo eletto nel deserto in attesa di entrare nella terra promessa; i quaranta giorni del deserto vissuti da Gesù prima di iniziare la sua vita pubblica, e durante i quali si sottopone alle tentazioni del maligno; il tempo dovuto alla preparazione immediate dei Catecumeni che poi nella notte di Pasqua ricevevano il Battesimo ; o infine , il tempo da scontare in penitenza dai pubblici peccatori, che poi venivano riammessi all’Eucarestia nel Giovedì Santo.
Con tutti i possibili significati che il Simbolismo le può dare, la Quaresima è il tempo propizio della Riconciliazione. Il Profeta Gioele,pur rivolgendosi a Israele, ha questo invito caloroso:”Ritornate al Signore con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornare al Signore, perché Egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore..”(2,1213). E paolo gli fa eco quando, quasi accalorato dice:” Vi supplichiamo in nome di Gesù Cristo:Lasciatevi riconciliare con Dio2( II Cor,5,21) Nel giorno delle Ceneri, il sacerdote, ponendoci quel pizzico di polvere sul capo, ha avuto questo doppio invito:” Ricordate che sei polvere ed in polvere ritornerai!”,o “Convertitevi e credete al Vangelo, un’avvertenza e un richiamo ad una responsabilità:” un’’avvertenza, per non dimenticarci cosa siamo e cosa diventeremo caduti nella terra ,e un a responsabilità vivere il tempo che Dio ci dona misurandolo al Vangelo nel nostro quotidiano .La Quaresima è tempo di lavorare con particolare attenzione alle cose dello spirito. Anzitutto riscoprire il senso dell’umiltà, di contrizione del cuore, riconoscendo quello che siamo, cosciente però anche di Chi ci ma, e quale il fine per il quale Dio ci ha creati, e verso il quale siamo in cammino. C’è un invito particolare alla penitenza, non per stessa , ma come carica per affrontare il combattimento della vita, e come mortificazione per porre equilibrio al nostro agire , e far emergere sempre più fuori l’”uomo nuovo”.
Il tempo quaresimale ci impegna a porre maggiore ascolto alla Parola di Dio, vista e letta con assiduità, pensata, pregata, vissuta, attuata nel nostro quotidiano. Essa deve diventare davvero “lampada ai nostri”, “illuminando il nostro cammino,e insieme quello di chi cammina con noi,e deve riscaldare il nostro cuore ad aprirsi alle necessità dei fratelli,mettendo in atto l’”elemosina”,
Infine, poiché il centro della Quaresima è il Crocifisso, guardare a “Colui che hanno trafitto”, per apprendere ad amare a lasciare lavorare Dio in noi. Dal Crocifisso attingere la forza che può rigenerare il nostro cammino in continua conversione, la quale ci accorgiamo che non è un’operazione indolore , perché comporta , distacco, separazione, rottura, ma però essa, alla ,luce della Pasqua, ci porta verso la vera liberazione.
Commento a cura di P.Pierluigi Mirra passionista