Commento al Vangelo di DOMENICA II DOPO NATALE (4 gennaio 2014) - Giovanni 1,1-18

                                    

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

 

    Commento                           

“Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora tra noi..” Il riflesso della realtà del Natale ridonda ancora in questa Domenica prima dell’Epifania.                                  L’Incarnazione di Dio,mistero e realtà insieme la richiama il Libro del Siracide,mettendo in evidenza come la Sapienza di Dio  ha posto la sua tenda in mezzo all’umanità venendo da abitare in mezzo  al suo popolo,facendo della città degli uomini la “città amata”  Mistero e realtà che al dire di S.Paolo Apostolo per noi  redenti diventa una grande benedizione,per essere noi da sempre  stati scelti da Dio per essere nel Figlio suo”santi”,cioè inseriti nel Mistero di Dio come protagonisti di una storia che va oltre il tempo. Il   nostro ruolo in questo Mistero si accompagna a quello di Cristo,il Figlio di Dio,e anche noi perchè predestinati, siamo diventati figli adottivi di Dio, con dentro una vita di grazia che ci rende simili a Cristo stesso,proiettai anche noi verso l’eternità per condividere la stessa eredità di Cristo.

Il Mistero dell’Incarnazione è una realtà dunque che ci coinvolge,perché la Parola si è fatta carne per noi,si è fatta luce per il nostro cammino, e ci  ha  dato una nuova identità:”A quelli che lo hanno accolto ha dato i potere di diventare figli di Dio”…,generati alla vita   da Dio stesso.”

Fermarsi dinanzi a questo mistero è importante, anzitutto per ritrovare noi stessi. Dobbiamo immergerci in questo mistero per tonificare la nostra vita,e renderla protagonista insieme con Cristo di una storia che racconta l’amore grande di Dio per l’uomo. Perciò, dinanzi al presepe non si può soltanto rimanere curiosi,ma il cuore deve palpitare come quello dei pastori,i quali ripartirono”contenti” dalla grotta,pieni di gioia,e non riuscivano a tacere  ciò che avevano visto

Vorrei chiudere questa riflessione con l’inizia della Prima Lettera di Giovanni:”Quello che noi abbiamo udito,quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e le nostre mani toccarono della Verbo della vita…..noi lo annunciamo a voi!”(I Giovanni 1,1-3)

 Per chi è alla ricerca  del senso della vita, gli auguriamo di trovare Dio!

Commento di P. Pierluigi Mirra passionista