(di Antonio Gaudiano ) - Chi si pone alla sequela di Cristo non può che essere un camminatore per antonomasia. Un camminatore, dice padre Pierluigi “per andare oltre”.
Già, andare oltre: oltre l’affanno dell’ora; oltre le paure della vita; oltre il momento di solitudine. E perché no? di gioia. Oltre, sempre oltre, per incontrare Altrove: l’Amore totalizzante. Incontrare Cristo per rafforzarsi nella fede, per trasmetterla agli altri. Per raccontare, testimoniare, la certezza della Passione e il mistero della Resurrezione. Il quarto voto dei padri passionisti. Camminare, sempre, comunque. Andare avanti senza soste, ripensamenti, tentennamenti.
“Ma non mi sono mai girato indietro / a contare le cose lasciate dal tempo. / Ho camminato di giorno e di notte / con il sole, le stelle lucenti e la luna. / Ricordo … ma non posso fermarmi/
Sono versi che danno il ritmo frenetico del camminatore, di chi ricorda, ma non cede ai ricordi. Destinato com’è ad andare sempre avanti: “e finché dentro il cuore vibra la gioia / debbo battere ancora i passi con Dio / per portare una goccia d’acqua del pozzo / dove un giorno assetato ho bevuto / e continuo a bere a quella sorgente”.
E così “ Io sono un camminatore” acquista il sapore di un diario di bordo di quest’avventura della vita, della fede. Dove appuntare le mete raggiunte, tra la tempesta e la bonaccia, nelle ansie dell’ora. Incontrare Cristo per trasfigurarsi, perdendo la umana consistenza, per permettere alla Luce di oltrepassarci e raggiungere, tramite noi, gli altri. Senza nulla trattenere per sé, nella consapevolezza che: “ Solo ciò che trattengo è perduto / quello che dono diventa universo.”
Ma cosa cerca padre Pierluigi? “ Quello che voglio ha sapore di eterno. Non voglio niente che possa apprezzarsi e che mi faccia dire fortunato”.
Ma poi sopravviene anche la stanchezza che ti fa abbassare lo sguardo e limita il tuo orizzonte.
“Sono stanco di andare per via. / Stanco di dire le stesse parole / e non riesco a ritrovarmi nel cuore! / Sono pesanti le scarpe del tempo / e cariche del fango dei prati”.
E ancora:
“A volte sono stanco di vivere / e getto intorno barriere. / Ma ecco, lontano nel vento / m’arriva potente una voce / “Hai accorciato lo sguardo / ed e nata in te la paura … / Guarda oltre, guarda lontano! “
L’immagine del camminatore con lo sguardo fisso nell’orizzonte, fiero, si scontra e si fonde con quella dell’uomo che oramai con l’argento che tinge il suo capo, ricorda i suoi giorni, la sua infanzia e le persone che l’hanno popolata. Il nonno alpino con i suoi racconti di guerra e il papà Bernardo che fa lo stesso:
“Raccontava storie di guerra / con tratti di forte emozione / e con gli occhi lucidi fissi nel tempo”.
Uomo e uomo di fede allo stesso tempo. Nella fragilità di entrambi e la ricerca spasmodica di una certezza.
La poesia religiosa di padre Pierluigi non suggerisce, descrive. Adotta figure semplici, nette, immediate: a metà tra il testo poetico e la sublimazione della preghiera.