ECONOMIA
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San Paolo - L'Italia crescerà dell'1% nel 2011. E' quanto si legge nell'aggiornamento al World Economic Outlook dell'Fmi, che rivede lievemente al ribasso dello 0,1% la precedente stima diffusa ad aprile. Invariata al +1,3%,

invece, la previsione di crescita per il 2012.

 

Quanto al debito pubblico, a livello globale quest'anno dovrebbe salire al 69,3% del Pil (era il 67% nel 2010): per l'Italia, tuttavia, la revisione vede un ratio più alto rispetto alle stime precedenti, con un debito nel 2011 al 120,6% del Pil e che nel 2012 dovrebbe scendere solo di 0,3 punti percentuali. Nel 2012 gli Stati Uniti dovrebbero superare quota 100%, con un debito al 102,3% del Pil.

Negli ultimi mesi "i rischi finanziari sono aumentati" a livello globale, anche per i dubbi sulla sostenibilità del debito alla periferia dell'Eurozona, con timori di contagio. Ma lo scenario politico "sta facendo crescere i dubbi sugli aggiustamenti fiscali di medio termine in alcune economie avanzate, come Stati Uniti e Giappone", ha inoltre sottolineato il Fondo monetario internazionale, nell'aggiornamento del suo Global Financial Stability Report, presentato oggi a San Paolo del Brasile.

Lo scenario per la principale economia mondiale, tuttavia, appare migliore grazie agli ultimi dati che hanno mostrato entrate pubbliche più forti e spese più contenute di quanto stimato in precedenza. Nel rapporto del Fondo, che evidenzia il rischio di 'surriscaldamento' per molte economie emergenti, si sottolinea infine come l'annuncio di outlook negativi da parte di agenzie di rating per il Belgio e l'Italia "hanno avuto un certo impatto ma il differenziale dei Cds in seguito è tornato ai livelli precedenti". E per il nostro Paese è giudicato stabile anche il differenziale fra i Bot e i bund tedeschi segno che, nonstante i problemi di Grecia, Irlanda e Portogallo, "il contagio ad altri paesi dell'Eurozona è stato più limitato".

E "nonostante le testimonianze di un rafforzamento della ripresa, i paesi europei devono continuare con gli sforzi di aggiustamento, lavorando in comune per trovare un accordo definitivo su un approccio globale e pan-europeo alla gestione delle crisi". A livello globale gli sforzi di aggiustamento sono testimoniati da un deficit complessivo che per il 2011 scende dello 0,1% al 4,6% del Pil mondiale: per l'Italia il deficit per l'anno in corso è però rivisto dello 0,2% al 4,1% del Pil mentre per il prossimo anno è stimato al 3,2%.

La crescita nelle economie avanzate è comunque ancora "debole", restano "rischi", legati all'economia Usa e alla crisi dei paesi periferici della zona euro, afferma ancora l'Fmi prevedendo il pil delle maggiori economie a +2,2% nel 2011 (-0,2% rispetto a stime aprile) e +2,6% nel 2012.

Per il 2011 la crescita dovrebbe essere più debole delle previsioni precedenti negli Usa (2,5% in 2011 e 2,7% in 2012, rispettivamente -0,3% e -0,2% rispetto alle stime precedente) e in Giappone, parzialmente compensata dal rafforzamento dell'attività economica nelle principali economie della zona euro", con i buoni risultati di Francia e Germania. Nel 2012 "la ripresa del Giappone dal sisma dovrebbe compensare la crescita più debole degli Stati Uniti". Sul fronte globale, "l'attività sta rallentando temporaneamente, e i rischi sono aumentati di nuovo.

L'espansione globale resta squilibrata " osserva ancora l'Fmi, sottolineando che "la crescita nella maggior parte delle economie emergenti "continua ad essere forte" al 6,6% nel 2011 e 6,4% nel 2012. Il pil mondiale è cresciuta di un tasso annuo del 4,3% nel primo trimestre, e le previsioni per il 2011 e 2012 sono grossomodo invariate rispettivamente a 4,3% e 4,5%. Tuttavia, avverte il Fondo, "una debolezza dell'attività economica Usa superiore alle aspettative e una rinnovata volatilità finanziaria per le preoccupazioni sulla gravità della sfida finanziaria dei paesi periferici della zona euro pongono rischi".

In ogni caso nel 2012 "la ripresa del Giappone dal sisma dovrebbe compensare la crescita più debole degli Stati Uniti". Sul fronte globale, "l'attività sta rallentando temporaneamente, e i rischi sono aumentati di nuovo. L'espansione globale resta squilibrata" osserva l'Fmi, sottolineando che "la crescita nella maggior parte delle economie emergenti "continua ad essere forte" al 6,6% nel 2011 e 6,4% nel 2012. Il pil mondiale è cresciuto di un tasso annuo del 4,3% nel primo trimestre, e le previsioni per il 2011 e 2012 sono grossomodo invariate rispettivamente a 4,3% e 4,5%. Tuttavia, avverte il Fondo, "una debolezza dell'attività economica Usa superiore alle aspettative e una rinnovata volatilità finanziaria per le preoccupazioni sulla gravità della sfida finanziaria dei paesi periferici della zona euro pongono rischi".

Poi c'è l'inflazione globale che è salita al 4% nel primo trimestre del 2011, a causa dei rincari delle materie prime, si legge ancora nel World Economic Outlook, che rivede al rialzo di oltre 0,25 punti percentuali la precedente stima di aprile, spiegando che nella zona euro il rialzo è stato moderato. I prezzi delle materie prime dopo i rialzi di aprile, sono scesi a maggio. Il prezzo del petrolio, si legge, ha toccato fino a quota 120 dollari ad aprile, per poi tornare a scendere a maggio e stabilizzarsi. "I prezzi attuali intorno ai 107 dollari al barile sono vicini ai livelli previsti nel World Economic Outlook di aprile".

"E' cruciale - è il monito del Fondo - che gli Stati Uniti affrontino immediatamente" la questione del tetto del debito e "lancino un piano di riduzione del deficit" che includa le riforme. In generale "l'economia globale ha girato l'angolo della Grande Recessione, tuttavia assicurare la transizione dalla ripresa all'espansione richiederà sforzi concertati per affrontare diverse sfide". La priorità delle economie emergenti, soprattutto Usa e Giappone, si aggiunge, "è attuare credibii programmi di consolidamento basati sulla sosteninbilità del debito". - (Adnkronos)

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