In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

        VANGELO  DELLA DOMENICA XXXIV : CRISTO RE DELL’UNIVERSO

             Matteo 25,31-41

 Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria.  E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri,  e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.  Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.  Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato,  nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.  Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?  Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?  E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?  Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.  Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.

                       

                                     Commento di P. Pierluigi Mirra Passionista

Oggi si chiude l’Anno Liturgico  2016-17.   La Solennità di Cristo Re riepiloga in sè  il cammino annuale fatto con Cristo nel vivere la Parola di Dio, nostro cibo per un anno, e trovare in lui il riferimento del nostro essere cristiani.  Davanti  a Cristo Re ci inchiniamo riverenti , con amore e gratitudine, salutandolo e proclamandolo Re , non seduto su un trono regale ,ma appeso all’albero della Croce, trono  con quale si è conquistata l’umanità di sempre, trono  dal quale tende le sue mani , e apre il suo cuore a tutti  i suoi “sudditi”. E’ la Croce il luogo della manifestazione della regalità di Cristo,  Croce  che per lui diventa pulpito e trono. Pilato ,scrivendo la targa da apporre  sul legno, INRI, non ha fatto altro che affermare la dignità senza tempo di colui che  egli vi ha crocifisso.

Gli appartenenti a Regno di questo re, non sono chiamati sudditi, ma egli per ognuno è il Pastore-Padre che cerca i suoi, li pascola, li riconduce all’ovile, li assiste e aiuta se malati, non solo, ma ,per il grande amore che nutre per ognuno, è pronto a dare la vita per essi.

Un regno però il suo, che non è  di questo mondo. Infatti durante l’interrogatorio, alla domanda fattagli dal procuratore circa la sua   regalità, Gesù  afferma di essere re, ma il suo” regno non è di questo mondo” (Gv18,36). E da quel trono egli detta un testamento che riassume un grande discorso regale. Agli insulti e alla provocazioni dei suoi  concittadini ,che pretendono di averlo ridotto al silenzio, egli risponde con delle parole che si stagliano nella storia dei suoi discepoli e diventano pietre focali che riscalderanno per sempre  il loro  cuore.

E’ proprio sull’amore egli fonda il suo Regno. E coloro che ne fanno parte devono camminare  con lui coniugando soltanto, nella libertà più assoluta, il verbo AMARE.      Egli ha dato amore, anzi si definisce nell’ amore del Padre, e chiede ad ognuno  di  vivere nell’amore del Padre suo e dei fratelli. Anzi l’amore verso i fratelli di cammino ne fa un motivo anche  di richiesta alla fine dei tempi. Per lui un vestito, un pezzo di pane, l’accoglienza di un bisognoso, un bicchiere d’acqua, saranno bollini  necessari sul passaporto per entrare con lui per sempre nella v ita eterna.

”.

                                   Regna la pace, dove regna il Signore.

Ecco lo sposo! Andategli incontro!

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

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