Il Vangelo della Domenica
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In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. 

Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. 
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. 
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». 
Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

commento

·         “Un grande profeta è sorto tra noi!..”, è l’acclamazione  di meraviglia della gente dinanzi al miracolo di Gesù che risuscita  il giovane figlio della vedova di Nain. Un brano  questo di Luca che quasi   si ricollega a quello del I Libro dei Re,dove protagonista è  il Profeta Elia, la vedova di Sarepta e il giovane figlio.                La vedova di Sarepta ,che in precedenza aveva  ospitato a sfamato il Profeta,ora si  trova da sola a piangere   il figlio morto,e a domandarsi quale sia stata  la sua colpa per essere così castigata con la morte del giovane. Sembrano le domande di  oggi, di ieri, di sempre,che spesso molti rivolgono a Dio nei momenti di sofferenza o di lutto:”Dio, perché?..Perchè proprio a me?..                                                                                    Il Profeta  non può non ricordarsi del bene ricevuta dalla donna,ed ecco che in lui  il ricordo diventa preghiera e invocazione a Dio,e il Cielo si apre,la potenza di Dio si manifesta attraverso il Profeta,e il figlio della vedova ritorna a vivere. Nel brano  dei Re  Elia diventa mediatore della grazia che viene da Dio,mentre a Nain è Gesù stesso a mostrare la sua potenza legata alla sua divinità

Non possiamo  zittirci dinanzi alla grande giustizia e al grande amore di Dio,amante della vita,e che nella sua sapienza e misericordia, sa porsi accanto a noi e ci consola. Non possiamo allora non are nostro il canto del Salmista:” Ti esalterò, Signore, perché mi ha risollevato!..”

Anche nella vita dell’Apostolo Paolo,il Signore è entrato   con la sua misericordia,, e non lo ha                  punito per averlo  per anni avversato nel Figlio suo, ma lo ha guarito nel cuore,aprendolo  ad una nuova vita,q1uasi una resurrezione spirituale,e fatto diventare   quel profeta senza paura,sostenitore  e propagatore  senza confini del Vangelo  di Cristo,quel Vangelo, come egli dice, che ha appreso per rivelazione da Gesù stesso.

Anche  se ci blocchiamo dinanzi alla sofferenza e  dinanzi alla morte,  noi dobbiamo avere  però lo sguardo-oltre,e scoprire Dio autore e amante della vita,il quale non annulla la sofferenza nella vita dell’uomo,ma, attraverso Cristo, ha posto la Croce  come  ponte sulla morte,e ci invita a guardare la sofferenza con l’ottica dell’eternità,sempre pronto però ad offrirci la sua tenerezza .                                                                                                                                                        

 La misericordia di Dio  si prende a cuore ogni nostra miseria,                                                                                                   

                                                e ogni  nostra sofferenza

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