In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
Commento
L’Eucarestia è l’incontro del tempo e dell’eterno in Cristo. Un dono grande di Gesù ,prima di andare a farsi martire nella sua Passione e Morte, in un notte di tradimento, di rinnegamento da parte di alcuni che con lui avevano mangiato e bevuto con lui , e dell’oppressione dell’innocenza da parte di chi con viltà lo avrebbe avviato alla Croce. L’Eucarestia è l’umanità e la divinità del Messia che diventa amalgama della storia dell’uomo,un Dio,che, in Cristo, diventa un tutt’uno con il mondo. Un documento di carne offerta e di sangue versato che esprime tutto l’amore di Dio, in Cristo, per l’uomo. L’Apostolo Paolo ,primo teologo dell’Eucarestia, tiene a mettere in risalto nel brano di Prima Lettera ai Corinzi, che ci offre la Liturgia di oggi,il momento in cui questo grande dono veniva offerto all’umanità;” nella notte in cui fu tradito… Un’invenzione” che soltanto l’amore di Dio poteva pensare : farsi cibo e bevanda per quell’uomo che ,nonostante la testimonianza di vita e di opere del Figlio, suo, non l’aveva quasi accettato.
E proprio vero che l’amore e la misericordia di Dio, va oltre ogni logica umana! Non lascerà Gesù i suoi orfani, ma attuerà quella che da sempre si è definito, nonostante lo scandalo di molti:”Pane di vita e pegno di vita eterna.”
Più volte Gesù aveva prefigurato questo momento,in particolare con il sentire quel giorno compassione per la gente che lo seguiva,senza avere scorta di cibo,e Gesù, come ci racconta Luca oggi, con cinque pani e due pesci sfamò tanta gente a sazietà, avanzandone anche dodici canestri, un dono a questa gente per loro fedeltà,facendo leva sulla sua potenza. Ma già lo sguardo del suo cuore era proiettato a quella sera di “quella Pasqua”,quando un pezzo di pane spezzato e benedetto con quelle parole che vivono per l’eternità”Questo è il mio corpo che sarà dato per voi..Prendete e mangiatene!”, cambierà sostanza,e così quel calice benedetto di vino arriverà alle labbra dei suoi come “Sangue della nuova ed eterna Alleanza”.
Una cena in cui il dono dell’Eucarestia, viene completato da quelle parole che vanno oltre il Cenacolo e si stagliano nel tempo per l’eternità:”Fate questo in memoria di me!” Tutto ciò perché si continui ad “annunziare la sua morte e la sua resurrezione nell’attesa della sua venuta!” Oltre il Cenacolo avviene il compimento di una promessa e una consegna fatta alla Chiesa che da quel momento, come comunità fondata su Cristo, continuerà a fare l’Eucarestia. Tutto ciò avviene ogni qualvolta la Comunità Cristiana, come Assemblea, si riunisce e celebra la Parola e il Pane Spezzato, e ognuno, dalla mensa prende quel pane che sazia la fame del cuore dell’uomo e riempie di Dio la sua povertà.
Noi cristiani, come Cristo, dovremmo essere
gli specialisti del fare cose impossibili!
Vangelo della Domenica del SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO (29 maggio 2016) - Luca 9,11b-17 - Commento di P. Pierluigi Mirra passionista
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